Tanti bambini con gli alpini alla festa dell’unità nazionale

La Salsa-D’angelo ha accolto le celebrazioni del 4 novembre. Il comandante del Settimo ai civili presenti: «Voi nostri amici»
gian paolo perona- perona- belluno- cerimonia alla caserma salsa
gian paolo perona- perona- belluno- cerimonia alla caserma salsa

BELLUNO. «Vi accolgo come se fosse casa mia. E nelle nostre case portiamo sempre gli amici». Sono le parole con cui il colonnello Diego Zamboni, comandante del Settimo Reggimento Alpini, ha iniziato il suo discorso e salutato con un ideale abbraccio i presenti (militari e civili, bambini compresi) durante la commemorazione del 4 Novembre, giornata dell’Unità nazionale e festa delle Forze Armate, svoltasi alla caserma “Salsa-D’Angelo”. «Il nostro pensiero», ha concluso Zamboni, in coda alla lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica e del ministro della Difesa, «non può non andare, in questa occasione più che mai, a tutti coloro che con il loro sacrificio ci hanno donato la Patria».

Celebrazioni culminate con la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti della caserma da parte di una delegazione di Provincia e Comune di Belluno guidata dal vice prefetto Carlo De Rogatis, in una piazza d’armi con l’intero 7° Reggimento schierato.

Un Reggimento tornato praticamente a pieno organico (oltre 700 unità) dopo la conclusione - il 19 ottobre - dell’operazione “Strade pulite” (dove gli alpini hanno operato in concorso alle forze dell’ordine) e l’impiego, fino allo scorso febbraio, in Val di Susa a presidio dei cantieri della Tav. Ad attendere le “penne nere”, nei prossimi mesi, sarà l’attività di specialità in montagna, in attesa di nuove assegnazioni “specialistiche” da parte del ministero della Difesa.

Ma oltre che un vanto per la città, il “Settimo” è anche parte della sua storia e della sua economia. Oltre il 50 per cento dell’organico della “Salsa-D’angelo”, infatti, vive fuori dalla caserma, in tutta la provincia, per un indotto complessivo (al netto delle famiglie) di oltre duemila persone.

Di queste, più dell’otto per cento sono donne: un dato che fa del Reggimento una delle unità militari più “rosa” d’Italia, nonostante la quota femminile sia in calo rispetto ai picchi di oltre 100 “alpini donna” registrati negli anni passati.

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