Tanti gli stranieri ai Percorsi della memoria sul Vajont
Soddisfatti gli organizzatori Migotti e Giacomel: «Tutto ha funzionato. Non cessa mai l’interesse per questi luoghi»
Anche nel 60° anniversario del Vajont si conferma la qualità organizzativa e la grande partecipazione ai Percorsi della memoria. La camminata sui luoghi del Vajont, da 18 edizioni organizzata dall’associazione “Vajont, il futuro della memoria”, non conosce calo di interesse, nonostante il passare degli anni con adesioni da tutta Italia e non solo.
Le novità
Quest’anno ci sono state delle piccole novità, dal ritorno della spedizione pacco gara al rafforzamento collaborativo con altri enti culturali e un nuovo tratto dalla forte valenza storica.
Per il resto la formula è stata collaudata con partenza e arrivo in zona Fiera e i tre percorsi da 9km sotto la diga con accesso anche ai disabili in carrozzina, quelli da 16km sul coronamento della diga fino a Casso e quelli da 24km che raggiungono anche Erto.
Soddisfatti gli organizzatori «Siamo contenti anche per quest’anno – commentano Renato Migotti che guida l’associazione organizzatrice e il coordinatore della manifestazione Michele Giacomel – passano gli anni ma non la voglia di venire ai Percorsi della memoria sia da parte di persone che non ci sono mai state che da veterani che non mancano mai. Anche quest’anno, come da abitudine, le seimila iscrizioni si sono chiuse ben prima della data dell’evento. Tanti sono i gruppi e ci sono state persone anche dall’estero, persino da Polonia e Svezia. Quest’anno c’è stato interessamento anche da parte della Rai che ha effettuato speciali riprese».
«I nostri grazie», proseguono, «vanno a tutti gli enti che hanno collaborato, alle forze dell’ordine e ai tantissimi volontari che ogni anno si impegnano sui percorsi e hanno garantito la massima percorribilità anche dopo i giorni di pioggia, in fiera e per la logistica anche nei giorni precedenti. Ovviamente loro sono il cuore pulsante che permette di realizzare tutto questo grande evento». Presenti molti amministratori locali, anche da fuori provincia e il vescovo Renato Marangoni che ha voluto partecipare alla partenza.
«Importante ricordare alcune novità – aggiungono gli organizzatori – tra cui la bella collaborazione con Oltre Le Vette che ha proposto una serata culturale dalla buona partecipazione, con sinergia di temi legati alla montagna ed ambiente che contiamo di replicare anche in futuro e il ritorno ed ampliamento delle offerte di biglietti dei musei scontati sia nel longaronese che a Belluno. I partecipanti hanno sinceramente apprezzato questa opportunità che può portarli a visitare vari musei interessanti della provincia».
«Chi ha percorso la distanza dei 24km», dicono Migotti e Giacomel, «ha potuto poi usufruire per la prima volta del nuovo tratto di strada più sicuro e panoramico. Per circa 2km i camminatori invece di andare sulla strada dalla frana verso il lago residuo in direzione Erto sono andati su un sentiero più comodo e molto più suggestivo e simbolico: si tratta, infatti, della vecchia pista realizzata subito dopo il disastro per raggiungere Erto, quindi è di fatto un ripristino di una viabilità della memoria».
Il sindaco Padrin
Soddisfazione anche da parte del sindaco di Longarone Roberto Padrin per quest’evento che fa entrare nel vivo il calendario delle manifestazioni per il 60° anniversario. «Come sempre – afferma – c’è stato un grande apprezzamento e tutto si è svolto per il meglio. Devo dire che quest’anno ho visto tante persone da fuori provincia, più del solito, forse venute qui spinte anche dalla ricorrenza del sessantesimo. È sempre una grande emozione ed occasione di ritrovo per amici e comunità con cui siamo legati. La pedonata di quest’anno è stata occasione per una due giorni speciale con il gruppo di Tavarnelle Val di Pesa da cui siamo legati da anni con un patto di amicizia».
Il legame con Tavernelle
Il gruppo era il più numeroso alla pedonata con ben due corriere e circa 100 persone che indossavano per l’occasione un cappellino dedicato. Presente il sindaco David Baroncelli, tanti cittadini e anche una classe delle scuole medie. All’inaugurazione di una stele dedicata al legame tra le due comunità posta nell'aiuola della memoria vicino alla chiesa del Michelucci, c’erano due bambini di allora ovvero i longaronesi Gastone Amadio e Mario De Bon che furono ospitati negli anni sessanta a Tavarnelle.
«Adesso – continua Padrin – ci prepariamo ai tanti eventi dell’anniversario. Sicuramente una cosa che mi ha colpito in questa giornata della pedonata ma anche in questo 2023 è l’interesse in tutta Italia per il ricordo della tragedia. Solo in questi ultimi giorni siamo stati chiamati a Mogliano Veneto, a Fiesole per una mostra dedicata alle opere del Michelucci, a Mirano e tanto altro, anche grazie alla Pro Loco di Longarone che porta in giro per l’Italia la mostra sul Vajont. Cerchiamo di andare dove possibile ma le richieste sono davvero tante. E ovviamente tanti vogliono venire a loro volta in visita nel nostro territorio: per esempio una grande rappresentanza del gruppo Ana di Pordenone».
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