Tappa dopo tappa, lungo il Cammino delle Dolomiti
BELLUNO. Mettersi in cammino. Per riempirsi gli occhi di bellezza, il cuore di leggerezza, le gambe di fatica. Per provare o riprovare l’esperienza di incontrare e condividere, di mettere in relazione la storia, il paesaggio, l’arte, la spiritualità. E noi stessi con tutto questo.
L’invito a camminare tra borghi e valli delle Alpi bellunesi si ispira al Cammino di Santiago di Compostela, ma qui il lento ritmo della scoperta è ammantato dal fascino delle Dolomiti sullo sfondo dei tanti paesaggi che attraversa, tra panorami grandiosi e villaggi dove l’uomo ancora presidia la montagna, dove chiesette e capitelli, spesso di grandissimo valore artistico, raccontano di una fede millenaria e di una montagna autentica, lontana dalle più battute rotte turistiche.
Natura e cultura
Il Cammino, la cui lunghezza totale è di circa 500 chilometri, è articolato in 30 tappe principali – variabili dai 10 ai 30 chilometri – e 14 “digressioni” che abbracciano tutta la provincia di Belluno: quasi tutti i percorsi sono molto semplici, adatti anche a chi è poco allenato tanto che, in molti tratti, sono anche accessibili a passeggini e carrozzine per disabili.
L’impegno non è, quindi, quello delle performance, bensì quello di “andare”, tra natura e cultura, tra la magnificenza delle Dolomiti Patrimonio Unesco e la dimensione interiore di ciascun camminatore. Ogni tappa, infatti, è ideata per promuovere un turismo discreto, un’immersione in tutti gli aspetti che costituiscono un territorio multiforme ed emozionante, segnato da quella vita “in salita”, da confini contesi in tutte le epoche, dalla semplicità dei costumi, da un’accoglienza ruvida e sincera come la montagna impone.
Gioielli archeologici
Arrivo e partenza dell’intero anello sono fissate al monumentale santuario dei martiri Vittore e Corona ad Anzù, alle porte di Feltre. E sei sono i segmenti in cui è suddiviso il cammino nella zona feltrina. Un territorio, complesso, di confine, attraversando il quale si possono scoprire gioielli archeologici come la sepoltura preistorica di Val Rosna nel Sovramontino o il ponte romano della via Claudia Augusta Altinate a Lamon o dell’area ipogea del sagrato della cattedrale di Feltre; ma anche le fortificazioni di Castelnuovo di Quero, la splendida città di Feltre e le ferite della Grande Guerra a Seren del Grappa e ad Arsiè, le maestose ville venete che costellano la Conca Feltrina.
Attraverso Sospirolo, visitando la certosa di Viadana, si raggiunge poi l’Agordino dove, nei secoli, la comunità veneta e quella tedesca hanno spesso convissuto per le attività lavorative connesse allo sfruttamento minerario e boschivo della zona.
Così ai capolavori del XV e XVI secolo di chiara scuola tedesca nelle chiese di Cencenighe, Vallada e di Rocca Pietore, si alternano i grandi spazi delle dismesse miniere, da quella totalmente abbandonata e impervia di Gares al centro di Val Imperina, che dopo un lungo oblio, un poderoso restauro e le ferite inflitte dalla tempesta Vaia continua ad essere uno dei luoghi più suggestivi ed emozionanti dell’agordino.
L’undicesima tappa parte dal lago di Alleghe e raggiunge Livinallongo, mentre la successiva entra nel territorio ampezzano attraverso il Passo Falzarego e con tappe un po’ più impegnative raggiunge il gruppo delle Tofane e il Cristallo, quindi le Tre Cime di Lavaredo e i Cadini di Misurina, in un susseguirsi di spettacoli eclatanti.
Qui, alcuni sentieri non sono ancora agibili dopo gli smottamenti e gli schianti provocati dalla tempesta Vaia: è necessario informarsi preventivamente consultando il sito del Cai, che monitora tutti i sentieri. Dopo aver salutato il Sorapsis e le Tre Cime di Lavaredo dallo specchio del lago di Misurina, si prosegue nel verde fino ad Auronzo, per poi affrontare il passo di Sant’Antonio, con panorama sulle Marmarole e arrivare alla conca di Padola. Da qui, attraverso il “troi di mistieri”, si raggiungono la Valle Visdende e il Monte Peralba, alla sorgente del Piave. E si arriva anche a Sappada, tra tabià, chiesette di legno e orizzonti incantevoli.
Arte e artigianato
Da Cima Campigotto una lunga ma facile tappa conduce a Vigo di Cadore e si apre ad altri quattro più semplici percorsi che attraversano il Cadore, dov’è concentrato un sorprendente patrimonio artistico nelle chiese, che testimonia i profondi legami culturali con la Carnia.
La zona archeologica di Lagole e quello di Paluch di Davestra, i centri storici di Domegge e Pieve di Cadore, i musei del legno a Perarole, quello degli zattieri a Codissago e degli scalpellini a Castellavazzo sono solo alcune delle tante testimonianze di storia, arte e artigianato.
L’ultima tappa cadorina, la 25, arriva a Longarone, dove la diga del Vajont ricorda i nefasti esiti dello spregiudicato sfruttamento della maestosa natura di questi luoghi. Per attraversare l’Alpago, il Cammino prevede due tappe: una molto semplice, da Longarone a Farra, e una molto impegnativa, con la salita al Nevegal, ma che nel primo tratto può essere percorsa con facilità per arrivare fino a S. Croce sul Lago.
Ma si può anche arrivare comodamente in auto al Santuario del Nevegal e affrontare la discesa che conduce al centro di Belluno. Da lì, attraverso il Bosco delle Castagne e la via delle Rogge del Basso Cordevole, si giunge a Trichiana, dove inizia la trentesima e ultima tappa del cammino, che passando per il sepolcreto paleoveneto e il centro storico di Mel, arriva al vincheto di Cellarda, ai piedi del Santuario dei SS Vittore e Corona. Tutte le tappe sono dettagliatamente descritte – inclusi i riferimenti per ritornare al luogo di partenza – nel sito camminodelledolomiti.it.
LE DIGRESSIONI
Le molte tappe del Cammino delle Dolomiti, sono arricchite da alcune “Digressioni” che spesso incrociano o percorrono altri sentieri tematici. Tra questi, il “Sentiero papa Giovanni Paolo II” (Digressione “L”, sentiero Cai 336), che dal centro di Lorenzago di Cadore conduce fino al passo della Mauria (una salita di circa 3 ore, soste escluse).
È uno dei sentieri più noti di Lorenzago, “Il paese dei papi” punteggiato di ricordi delle visite del Papa Santo e del suo successore Benedetto XVI: un itinerario che regala magnifiche vedute sulle vette dolomitiche, accompagnato da alcune tabelle che propongono brevi ma significative riflessioni e meditazioni. Dal centro di Lorenzago si può salire – in circa mezz’ora – fino al Castello di Mirabello realizzato in pietra viva, e all’adiacente villetta dove soggiornarono i papi.
Nelle vicinanze è possibile anche intraprendere una Via Crucis che conduce al santuario all’aperto inaugurato il 24 agosto 2015 in una conca alle spalle della residenza di Mirabello, o ridiscendere in paese attraverso un altro sentiero.
Chi desidera, invece, affrontare qualche ora di cammino (poco più di 10 km, piuttosto facili da percorrere), può inoltrarsi nel bosco seguendo le indicazioni: la strada diventa sterrata fino alla località Stabiere, dove ammirare il gruppo montuoso del Miaron e Cridola.
Si può, qui, scegliere se scendere e arrivare direttamente a Borbe, accorciando così il percorso che riporta in paese, oppure seguire la strada boschiva. Nella seconda ipotesi, si giunge al bivio con il sentiero Regina Pacis e da qui ci si inoltre in un faggeto fino in località Croera, dove il panorama si apre sulla valle della Mauria ed è possibile vedere in fila alcune delle montagne più famose delle Dolomiti: Antelao, Pelmo e Civetta. Il sentiero diventa da qui strada boschiva che porta in Val de Palù (1390 m), Stabie e, infine, mantenendo la stessa quota, a passo Mauria, che fu probabilmente la porta d’ingresso in Cadore dei Celti.
Per tornare a Lorenzago, si può attraversare il prato a sinistra e imboccare una strada sterrata priva di traffico. Da quella, un attraversamento della statale porta di nuovo su strada sterrata fino a Borbe; successivamente, fino al bivio per Villa Clarenza il percorso è su asfalto.
La deviazione per Villa Clarenza consente di raggiungere una chiesetta intitolata a S. Antonio abate (1775) e di scendere poi fino a Villapiccola (inizio di via Ramaiò), dove sorge la chiesa della Madonna della Difesa (1512). Nei pressi della fontana ottagonale attigua alla chiesa sbuca un’altra strada che scende dal castello Mirabello (chi non vuole percorrere il sentiero del Papa può tornare in paese di qui).
Da Villapiccola, in breve, si ritorna al centro di Lorenzago, dove si può visitare anche il Museo dei Papi (museodelpapa.it), esposizione permanente dedicata ai soggiorni dei pontefici all’ombra del Cridola allestita nello storico edificio della canonica. (lorenzago. it).
GUIDE E CARTE
Ogni pellegrino può trovare nella corposa Guida “Il Cammino delle Dolomiti” (210 pagine) e nelle carte Tabacco disponibili anche negli Uffici turistici, un valido aiuto per decidere quale tappa percorrere e cosa vedere nelle vicinanze. Numerose sono inoltre le strutture ricettive che possono offrire consigli e supporto per muoversi in sicurezza. Negli Iat si può anche ritirare la “credencial”, dove apporre i timbri di tappa da richiedere ai gestori dei locali convenzionati raggiunti. La “credencial” non ha scadenza: si può completare anche con una sola escursione l’anno.
IL SANTUARIO
Il Santuario dei SS Vittore e Corona, punto di partenza e di arrivo del Cammino delle Dolomiti, sorge sullo sperone del Monte Miesina, in posizione panoramica sulla conca feltrina. Voluto da Giovanni da Vidor al ritorno dalla sua prima crociata (1101), è uno dei monumenti più importanti della provincia di Belluno. È una costruzione romanica dalle marcate influenze bizantine, che custodisce notevoli affreschi di scuola giottesca. È anche casa di spiritualità con 25 posti letto e, nelle vicinanze, mette a disposizione una casetta per ospitare piccoli gruppi. (santivittoreecorona.it).
IL RICONOSCIMENTO
Costruito nel 2005 dal Sinodo diocesano di Belluno-Feltre e realizzato con il volontariato di parroci, scout e soci Cai, il Cammino richiama anche chi non è mosso da intenti religiosi: nel cammino lento a piedi è inevitabile comunque esplorare la soggettiva dimensione spirituale. Nel 2009, il Cammino è stato riconosciuto dalla Conferenza delle Alpi come miglior prodotto turistico innovativo italiano.
L'anello. Cammino delle Dolomiti è un percorso ad anello che parte e arriva al santuario dei SS Vittore e Corona, alle porte di Feltre.
Le tappe. Le sue trenta tappe, di diversa lunghezza, toccano i più bei luoghi delle Alpi bellunesi al di fuori dei consueti itinerari turistici.
Il sito. Per pianificare una breve passeggiata o un lungo trekking, tante indicazioni disponibili nel sito camminodelledolomiti.it.
Il consiglio. Dopo la tempesta Vaia, alcuni sentieri non sono percorribili: informazioni aggiornate nel sito internet Cai Veneto (caiveneto.it).
I pacchetti. Sono anche disponibili pacchetti “su misura” per escursioni guidate, di uno o più giorni. Info: 0437.859310 - alpinia.eu
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi