Tares, una bastonata per i commercianti Prima rata ad agosto

L’allarme di Confcommercio: in alcuni casi costi raddoppiati A gennaio il supplemento di 30 centesimi a metro quadrato
Di Marco Ceci

BELLUNO. Altro che Imu, il vero spauracchio adesso si chiama Tares: nessun personaggio mitologico, ma la ben più contemporanea tassa su rifiuti e servizi.

In rampa di lancio da inizio anno (ma sono stati già quattro i rinvii), e con le nuove scadenze ora fissate ad agosto e gennaio 2014, il nuovo balzello ha già fatto scattare l’allarme tra le amministrazioni locali e, soprattutto, tra le categorie dei commercianti: le più esposte al rischio salasso, «con gli operatori del ramo alberghiero e della ristorazione, in particolare, che prenderanno un’autentica mazzata», dipinge un fosco scenario il direttore di Confcommercio Belluno, Luca Dal Poz. «Saranno inevitabilmente loro i più penalizzati dall’introduzione del pagamento dei 30 centesimi a metro quadrato».

Se, infatti, su scala nazionale si parla mediamente di aumenti «del 25-30% in bolletta (14-19% per le famiglie, ndr), la verità è che per determinate categorie commerciali si potrà arrivare ad impennate anche del 200% su base annua. Bisogna assolutamente rivedere questo tributo: così si rischia di assestare il colpo di grazia a diverse attività commerciali».

La scure del nuovo tributo sui rifiuti si abbatterà a due velocità: «Nella bolletta di agosto», precisa Dal Poz, «sarà ancora computata la sola quota dei rifiuti, già con la trasformazione effettiva in Tares però, mentre l’incremento vero, quello con l’inclusione dei 30 centesimi a metro quadrato (per la copertura i “servizi comunali indivisibili”,quali illuminazione pubblica, servizi cimiteriali e manutenzione stradale, ndr) andrà in bolletta a gennaio».

Numeri che parlano chiaro quelli stampati in uno studio redatto proprio da Confcommercio a inizio anno, quindi solo ipotizzando le tariffe Tares decise dal Comune. L’aumento annuo in bolletta - lasciando stare i negozi - per i bar del centro cittadino bellunese dotati di spazio esterno (la Tares lo conteggia al pari di quello interno), ad esempio, oscillerà da 250 fino a sfiorare i mille euro, a seconda della metratura e della tipologia commerciale. «Anche di più per ristoranti e pizzerie, che operano su superfici maggiori».

La bolletta «dipende ovviamente dalla categoria d’esercizio. Una rivendita ortofrutticola, ad esempio, è quella con l’indice più alto, ma pensiamo ad alberghi o concessionarie: parliamo di migliaia di euro in questi casi. E il calcolo riguarda il Comune di Belluno, dove il passaggio sarà da Tia a Tares: dove si salterà da Tarsu a Tares, e sono diversi i Comuni bellunesi a questo regime, la legnata sarà ancor più forte, con aumenti ben superiori».

Previsioni a dir poco drammatiche per un comparto che da anni continua a manifestare sintomi di asfissia e Dal Poz non nasconde che tra i circa tremila associati di Confcommercio Belluno «molti sono già oggi in sofferenza. Solo nel settore del commercio abbiamo visto chiudere 429 aziende dal 2008 al settembre 2012 e il saldo tra chiusure e aperture continua ad essere negativo. Ormai si parla di un’aspettativa di vita inferiore ai 3 anni per un’attività commerciale».

Vie d’uscita non se ne vedono per il settore del terziario e il pensiero di Dal Poz non prevede alternative: «Dopo Imu e Iva c’è solo da sperare che almeno sulla Tares il Governo faccia marcia indietro. Perchè così non si può andare avanti».

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