Targhe di cartone ai bellunesi per ritornare in Germania
Monta la rabbia dei gelatieri della provincia all’assemblea dell’Abm. Vio e Olivier: «Diversi hanno deciso di scegliere la cittadinanza straniera»
Rimandati in Germania con targhe di cartone. Succede anche questo in provincia di Belluno come conseguenza del decreto sicurezza in cui si sancisce sequestro e sanzioni a cittadini italiani che viaggiano nella Penisola con vetture con targhe straniere. «Quella della targa di cartone è un’idea che io proporrei al prossimo Nobel per la vergogna di chi si è permesso tale buffonata», ha tuonato il presidente dei bellunesi emigrati nel Reno Westfalia, Aduo Vio.
A cui ha fatto eco il presidente di Uniteis (l’unione dei gelatieri italiani in Germania), Dario Olivier: «Se non cambiano le cose, molti bellunesi che lavorano all’estero e che hanno la doppia cittadinanza terranno soltanto quella straniera. Qualcuno lo ha già fatto, andando ad aumentare lo spopolamento nella nostra provincia».
La questione delle sanzioni per chi risiede da più di 60 giorni in Italia ma viaggia con auto dotate di targhe straniere, prevista dal decreto sicurezza e portata all’attenzione diversi mesi fa dal sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, è sempre più allarmante. «La situazione è incredibile», ha proseguito il suo intervento Vio, «siamo di fronte ad un decreto ingiusto ed irrispettoso nei nostri confronti. Su questo c’è stata un’interrogazione di un parlamentare altoatesino che ha ricevuto risposta negativa. Ma i nostri parlamentari bellunesi dove sono? Ci siamo affidati ad uno studio legale di Berlino per rivolgerci alla Comunità europea». Per Vio «qui si tratta di danni importanti all’economia: danni sono stati fatti ai negozi, agli uffici, ai distributori di carburanti per la mancata mobilità degli utenti che in questo rientro in patria solitamente fanno qualche acquisto. Speriamo non abbia ripercussioni sulla futura mostra del gelato di Longarone che raccoglie migliaia di imprenditori del settore».
Ma cosa succede se uno viene beccato a girare con targa straniera in territorio italiano? Lo spiega il presidente di Uniteis. «Se uno risiede da più di 60 giorni in Italia e ha targa straniera, viene sanzionato (si parla di multe da 500 a 2.700 euro) e gli viene confiscata l’auto. La persona ha tempo sei mesi per reimmatricolare il mezzo e può farlo in Italia o nel paese straniero. Se lo fa all’estero, gli viene consegnata una targa di cartone, sostitutiva, da applicare sull’auto con tanto di timbro e numero di pratica. Deve, invece, restituire la targa straniera che viene portata al consolato tedesco in Germania. La targa di cartone serve per tornare all’estero ma si deve comunicare il percorso che si farà alla Motorizzazione civile che lo segnala alle autorità competenti. Lo scopo è evitare altre multe. Arrivato in Germania devi andare al consolato tedesco che ti invia a un loro ufficio per avere la tua targa. Insomma tra sanzioni e spese varie per tutte queste pratiche, uno spende migliaia di euro. Una situazione paradossale. Come si può fare una cosa del genere? Siamo o no cittadini europei? Allora devono valere le leggi della libera circolazione di merci, persone e mezzi. E quindi non devono esserci queste situazioni».
Vio, infine, evidenzia anche il fatto che «con questa scusa, siccome non ci viene riconosciuto l’essere non solo italiani ma anche veneti, quando a Venezia sarà introdotto il pedaggio per l’entrata in laguna, anche i nostri bellunesi che lavorano all’estero dovranno pagarlo. E questa è una cosa alquanto sgradevole». —
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