Targhe estere, nuove multe: «Cambiate quella norma»
BELLUNO
File fuori dagli uffici anagrafe, telefonate a raffica al sindaco. E una situazione che non si sblocca. È quella di chi ha una macchina con targa estera ma è residente in Italia. Riguarda i gelatieri bellunesi, ma non solo loro ovviamente. Per combattere i furbetti, magari dell’Est Europa, si stanno colpendo degli italiani che lavorano per otto mesi all’anno all’estero e passano gli altri quattro nel loro paese. . «Fioccano le multe» spiega Camillo De Pellegrin, sindaco di uno dei paesi più interessati dal fenomeno, Val di Zoldo. «E se non sono multe sono ammonimenti: cambiate la targa, registrate la macchina in Italia». La macchina può venire sequestrata e anche confiscata.
Ma cambiare la targa è la soluzione? Magari sì ma poi i gelatieri tornano in Germania dove c’è una norma secondo la quale se vivi per sei mesi in quel Paese devi registrare la macchina lì. Incredibile ma vero: due leggi identiche (anche se con tempi diversi di applicazione) che mettono il lavoratore italiano in una situazione paradossale. Infatti, comunque si comporti, è fuori legge sia in Italia che in Germania.
Serve un intervento superiore. Ieri sul Sole 24ore sono stati pubblicati i primi chiarimenti della Motorizzazione, ma questo non sembra riguardare per ora il caso dei bellunesi (ma anche dei trevigiani, visto che molti gelatieri sono di quella provincia).
Per uscire da questo stallo, c’è la fila per iscriversi all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero.
«Ma ai nostri gelatieri mancano i requisiti fondamentali per iscriversi all’Aire, cioè che il centro dei loro interessi famigliari, sociali e patrimoniali sia all’estero, per dimostrare che sono definitivamente espatriati. Ma così non è. Spesso hanno i figli che vanno a scuola qui nel Bellunese, hanno la loro casa, hanno interessi famigliari e sociali, insomma sono a tutti gli effetti dei residenti nei loro comuni».
Cosa chiede il sindaco di Val di Zoldo? Che si muovano le istituzioni, anche Europee se serve, che venga modificata la norma, che sia dato il tempo per adeguarsi. La legge è entrata in vigore il 4 dicembre e dopo pochi giorni sono scattate le prime multe, senza che nessuno sapesse nulla di cosa stava per accadere. Il primo caso si è verificato a Vigo di Cadore e da allora i sindaci sono sommersi di richieste per l’iscrizione all’Aire o per trovare una soluzione.
Iscriversi all’Aire tra l’altro comporta delle conseguenze non di poco conto per un cittadino: prima di tutto non ha più l’assistenza sanitaria italiana (e questo è importante per i mesi in cui si trova a vivere in Italia); poi deve pagare l’Imu sulla prima casa che ha in Italia (cosa che adesso come residente in Italia non fa); sarà sottoposto a dei controlli della Agenzia delle entrate che verifica se c’è oppure no un vero espatrio.
Ma ci sono conseguenze anche per i comuni: «Val di Zoldo, se perde i gelatieri come residenti, perde una parte importantissima del suo tessuto sociale. Cambieranno i costi standard, i coefficienti su cui si danno servizi come quelli sanitari e sociali. Il mio comune rischia praticamente di scomparire». —
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