Targhe straniere, l'Uniteis si affida a Bruxelles
LONGARONE
L’associazione dei gelatieri italiani in Germania festeggia 50 anni di attività ricordando il passato e i tanti traguardi raggiunti e affrontando le sfide del presente, in primis il problema delle targhe estere. L’Uniteis è stata fondata il 12 luglio 1969 a Colonia su iniziativa di un gruppo di gelatieri tra cui molti bellunesi e negli anni ha raggiunto circa 1000 soci con diversi riconoscimenti dal governo tedesco. È divenuta infatti rappresentante ufficiale del settore gelateria in Germania nei tavoli governativi e protagonista anche di un francobollo celebrativo delle Poste tedesche. Il gelato italiano è stato anche protagonista di un cortometraggio presentato di recente a Berlino.
All’assemblea annuale del sodalizio durante la Mig il presidente Dario Olivier ha ringraziato tutti i collaboratori e ci sono stati diversi interventi come quello del segretario Giorgio Cendron: «Sono stato chiamato anni fa per una sostituzione in gelateria in Germania. Un lavoro che doveva durare solo 6 mesi ma dopo non mi sono più mosso. Prima facevo altro ma ora sono 37 anni che faccio questo mestiere e mi diverto: con Uniteis è stato un percorso di continua passione e formazione».
«Lascio un messaggio per il futuro», ha detto Paolo Soravia, uno dei fondatori di 50 anni fa, «bisogna chiedere di più alla politica per far contare i nostri diritti. Dobbiamo usare di più il marchio del gelato artigianale che deve diventare il nostro biglietto da visita. Basta conflitti e basta dire che non ci sono i giovani. Bisogna creare le condizioni economiche, per esempio con aiuti delle banche, perché le giovani coppie possano diventare imprenditrici della gelateria e garantire la continuità».
C’è poi il grosso problema del decreto sicurezza con le targhe. «È un anno che seguiamo la vicenda», raccontano i legali di Uniteis, «il problema è in una circolare del ministero dell’interno che parla di residenza anagrafica. Basterebbe solo cambiare quella dicitura ma troviamo molti ostacoli perché la politica a volte è poco preparata e i funzionari sono irremovibili. Allora stiamo tentando la carta di Bruxelles, grazie a diversi aiuti anche di Longarone Fiere tramite il presidente Bellati. Dobbiamo far valere il principio di non discriminazione tra cittadini di vari stati anche se abbiamo il paradosso dello Stato italiano che penalizza i suoi stessi cittadini. Un nostro socio», continuano a spiegare, «a febbraio a Padova ha avuto il sequestro dell’auto. Dopo un iter di ben tre mesi abbiamo vinto un ricorso alla Prefettura che ha risolto il caso ma è un episodio singolo. Altro caso è successo di recente a Belluno con l’udienza tra qualche settimana. Anche qui c’è stato il sequestro del veicolo. Nel nostro ricorso puntiamo a far valere i principi del diritto comunitario affinché possa far scuola per tutti».
Massimo sostegno sul tema dai sindaci Roberto Padrin di Longarone e Camillo De Pellegrin di Val di Zoldo che si stanno spendendo con il Ministro D’Incà e con l’Abm anche se finora purtroppo i risultati sono stati tiepidi. —
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