Tasi, ecco la proroga I sindaci: «Così non si può lavorare»
BELLUNO. È caos nei Comuni bellunesi alle prese con la Tasi. La maggior parte degli enti locali ha infatti deciso di non rispettare i termini imposti dal governo (fine maggio) per l’approvazione dell’aliquota della tassa sui servizi indivisibili, in attesa della proroga, decisa ieri dal Governo, che fa slittare i termini del pagamento della prima rata dal 16 giugno al 16 settembre (ma solo per i cittadini residenti nei Comuni dove non è stata approvata l’aliquota).
E i primi cittadini si lamentano di questo continuo navigare a vista che impedisce anche la minima programmazione. «Non si può continuare a lavorare in questa maniera», dice Tomaso Zampieri, vice sindaco di Belluno. «Non c’è alcuna certezza: non sapendo quanti soldi ci verranno trasferiti dallo Stato, non possiamo nemmeno quantificare le aliquote per la Tasi. Se avessimo approvato la tassa sui servizi indivisibili, avremmo rischiato di trovarci con la proroga della rata, e quindi avremmo fatto una corsa per niente. Insomma, è un grande caos. La situazione è talmente fluida che non ce la sentiamo di prendere decisioni, anche perché vogliamo collegare le imposte al bilancio. E il Comune, che è chiamato ad essere l’ente più prossimo al cittadino, si trova a gestire queste incertezze, vivendo lui stesso nell’incertezza».
Zampieri sottolinea come da Palazzo Chigi non ci sia una linea unitaria: «Uno dice una cosa, l’altro un’altra e noi siamo in mezzo». Per il vicesindaco anche la proroga della scadenza della prima rata Tasi «non farà altro che creare disparità tra gli enti, visto che è prevista solo per chi non ha ancora deliberato nei termini».
Preferisce non andare in consiglio Daniela Larese Filon, sindaco di Auronzo: «Le aliquote sono collegate al bilancio di previsione in base alle risorse che ancora non conosciamo. Per questo motivo abbiamo deciso di attendere».
A Feltre, Paolo Perenzin evidenzia come «per il secondo anno di fila ci troviamo di fronte allo stesso film: i Comuni sono in ginocchio e costretti a posticipare da giugno a settembre il pagamento della Tasi: significa che l’ente dovrà attendere altri tre mesi per incamerare qualcosa. Una situazione estenuante. È inutile che il ministro Delrio inviti i sindaci a fare presto, se poi i trasferimenti non sono sicuri. I nostri cittadini meritano certezze».
A lamentarsi sono anche quei sindaci (e sono pochi) che hanno deciso di rispettare le indicazioni del governo, facendo passare la Tasi entro maggio. È il caso di Forno di Zoldo, dove Camillo De Pellegrin porterà in consiglio comunale il regolamento della Iuc (Imposta unica comunale): «Siamo di fronte a una disfunzione del sistema», spiega il sindaco, «tutti sono convinti che bisogna tagliare, ma alla fine siamo solo noi Comuni a farlo. E monta la rabbia, perché questa incertezza non fa altro che alimentare altra incertezza e una staticità economica che non fa bene al Paese». Protesta pure il sindaco uscente di San Vito, Andrea Fiori: «Ci troviamo con 500 mila euro in meno e sono costretto a deliberare la Tasi prima di lasciare il mio incarico, perché altrimenti rischieremmo di trovarci con minori entrate e gravi problemi per la tenuta delle casse comunali». (p.d.a.)
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