Taulà dei bos: «Indennizzi inadeguati». E forse a maggio il locale chiuderà
Francesco Dal Mas / CIBIANA
Oggi riapre il “Taulà dei bos”, l’unico ristorante di Cibiana, se vengono esclusi i due rifugi sul passo e quello in cima al Rite.
Ma il blasonato ristoro quanto rimarrà attivo? «Il contratto di gestione del Taulà dei Bos è in scadenza al 31 maggio del prossimo anno e per la prima volta in 6 anni sto seriamente valutando di non continuare» confessa il gestore Federico Vicentini.
«Grazie a tutti quelli che ci stanno sostenendo via social, grazie per aver capito l’amarezza che deriva dal l’impossibilità di poter esercitare il proprio lavoro in sicurezza».
Quasi un addio, che preoccupa anzitutto il Comune, che ha la proprietà del caratteristico stabile. Una delusione, anzi una rabbia, quella di Vicentini, che parte fin dal primo lockdown. «Per la cronaca col ristorante chiuso dal 9 marzo al 10 maggio ho ricevuto un indennizzo di 2300 euro». Neppure per pagare le spese di messa in sicurezza.
Vicentini ha investito circa 8000 euro in divisori, dpi, sanificatore ad ozono, gel e santificanti che per decreto legge sarebbero stati rimborsati al 100%. Ma il plafond di fondi per la copertura di queste spese era esaurito il minuto successivo all’orario stabilito per presentare la domanda.
Nonostante la precarietà, il gestore decide di riaprire l’unico bar del paese ormai chiuso da 2 anni per evitare che nella sala del Taulà si creassero assembramenti. Spese anche al bar. Ma durante l’estate il lavoro non è mancato. E adesso? Il ristorante è chiuso dal 3 novembre.
«Sono costretto a provare a riaprire il 5 dicembre perché le spese vanno avanti lo stesso e i soldi finiscono, ma l’assurdità di un obbligo di chiusura alle 18 taglia le gambe avendo un locale in un paese isolato di 300 anime in cui la clientela viene quasi esclusivamente da fuori Comune e chiaramente la sera durante la settimana perché i comuni mortali lavorano durante il giorno».
È possibile l’apertura a pranzo e ha un senso solo sabato e domenica, ma non si può sostenere una struttura da 100 coperti lavorando 2 mezze giornate a settimana. E da ieri l’ulteriore mazzata. Vietati gli spostamenti regionali per le vacanze di Natale, e quindi l’impossibilità degli affezionati clienti delle seconde case di raggiungere Cibiana dal 21 dicembre.
«Inoltre il 25 26 e 1 gennaio dovrò rimanere chiuso in tre giornate in cui ogni anno faccio il pieno. Il 31 dicembre poi salta il cenone. Sono sconvolto poiché il Governo non ha previsto alcun indennizzo per queste future chiusure che a me personalmente costeranno circa 30000 euro, incasso che nella realtà di Cibiana mi permetterebbe di arrivare alla stagione estiva senza pensieri. Invece così devo solo pregare che arrivi l’indennizzo previsto dal decreto ristori (garantito entro il 15 novembre e non arrivato), pregare che fino al 24 si lavori a pranzo, e poi dopo il 1 gennaio».
Per protesta Vicentini ha deciso di sospendere l’accettazione dei pagamenti elettronici «per non regalare le commissioni alle banche». —
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