Tavoli distanziati percorsi obbligati e mascherine nelle mense operai

I ristoranti sono aperti solo per le ditte convenzionate. Organizzati turni con le aziende per evitare sovraffollamenti

BELLUNO

Tavoli distanziati, percorsi differenziati per l’ingresso e l’uscita, obbligo di guanti e mascherina e via tutte le bottiglie di uso comune. I ristoranti che hanno attive convenzioni con le aziende hanno dovuto rispettare regole molto rigide per poter aprire e dare un servizio fondamentale ai lavoratori. Con le fabbriche aperte era necessario consentire ai dipendenti di poter pranzare, e le mense attive nelle zone industriali della provincia si sono subito attivate.

Longarone

Gli operai delle fabbriche longaronesi che non hanno la mensa interna pranzano alla Vela. «Siamo aperti solo per le aziende con le quali abbiamo attive convenzioni», raccontano dal locale, che fa anche servizio per il pubblico (al momento sospeso). «Abbiamo distanziato i tavoli, eliminato le tovaglie, sanifichiamo gli ambienti, contingentato l’accesso ai bagni. Si entra solo con la mascherina indossata e ci sono percorsi precisi da seguire e distanze da rispettare».

I piatti vengono ritirati dal lavoratore self service, con i guanti e la mascherina, che si può abbassare per mangiare solo una volta arrivati al tavolo. «Ci siamo accordati con le aziende per organizzare turni per il pranzo, in modo da evitare che tutti i lavoratori arrivino nello stesso momento», continuano. Le fabbriche non sono ancora a pieno regime, alla Vela si lavora al 50% rispetto al pre Covid: «Quando aumenteranno i lavoratori metteremo a disposizione la nuova ala, che avevamo approntato a febbraio e non abbiamo ancora aperto», assicurano.

Sedico

«Abbiamo allontanato i tavoli, c’è l’obbligo di entrare con guanti e mascherina e di ritirare i piatti con i dispositivi di protezione indossati», spiegano dal ristorante Fidelis. Sono stati approntati percorsi da seguire e al tavolo si possono sedere una o al massimo due persone (in quelli più grandi). I locali vengono arieggiati e sanificati, è stato messo a disposizione gel igienizzante per le mani e ovunque ci sono cartelli che spiegano ai lavoratori come comportarsi. «Siamo aperti dal 20 aprile, ma lavoriamo al 30% rispetto a prima».

Alpago

A Paludi i lavoratori mangiano alla Cucina casalinga. Locale che poteva ospitare fino a 400 persone a turno, prima del Covid. Oggi ne possono entrare al massimo 110, ma i turni sono stati organizzati in modo che siano molte meno. «I tavoli erano stati distanziati ancora all’inizio dell’emergenza, li abbiamo ulteriormente allontanati portandoli a 1,30-1,40 metri l’uno dall’altro», spiegano dal locale. «Sono stati eliminati molti posti a sedere: fra un lavoratore e l’altro c’è sempre almeno un metro e venti. In un tavolo da sette facciamo sedere al massimo 2 persone».

Quando è scoppiata l’emergenza la titolare si è organizzata con le aziende per stabilire dei turni: si inizia a mangiare alle 11, poi i lavoratori arrivano alle 11.30, alle 12, alle 13 e alle 14. «Abbiamo eliminato tutte le bottiglie di olio e aceto, usiamo solo le bustine monodose. Il pane viene servito imbustato, così come il grana. Sono nelle buste anche le posate. L’acqua viene presa dal cliente, in bottigliette da mezzo litro personali. I miei dipendenti usano guanti monouso che vengono sostituiti ad ogni turno, e la mascherina. Le persone possono entrare solo con i dispositivi di protezione: la mascherina si può abbassare solo dopo aver ricevuto il piatto (qui si fa servizio al tavolo, ndr). Abbiamo messo gel per le mani ad ogni angolo».

Le persone vengono accompagnate al tavolo dal personale e ogni azienda ha un’area a lei dedicata. I lavoratori non vengono mai mescolati. Gli ingressi per dipendenti e clienti sono stati differenziati. Un protocollo molto rigido, che ha richiesto impegno, energie, costi. «Ma qui si tratta di tutelare la salute, oltre che il lavoro», precisano dal locale.

Viene anche offerto il servizio a domicilio nelle aziende che ne hanno fatto richiesta: si usano casse refrigerate e contenitori che si possono riscaldare in microonde. —


 

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