Taxi, parte la protesta contro palazzo Rosso
BELLUNO. Tassisti sul piede di guerra, dopo la decisione del Comune di Belluno di spostare gli stalli in piazza Vittorio Emanuele a lato del teatro comunale.
Una scelta contestata fin da subito. E come avevano preannunciato, ieri i tassisti hanno deciso ufficialmente di attuare una forma di protesta, non rispondendo più alle chiamate al telefono in piazza in centro, ma solo a quello del piazzale della stazione ferroviaria, stazionando quindi soltanto qui. «Andremo avanti ad oltranza», annuncia Tito De Luca, rappresentante dei sei tassisti che operano a Belluno. «Abbiamo fatto diverse riunioni a palazzo Rosso ma non siamo mai riusciti ad ottenere i nostri spazi ideali. Siamo in piazza Vittorio Emanuele da oltre mezzo secolo e quella collocazione era stata pensata per una maggiore sicurezza. Ora, invece, dove l’assessore Tabacchi ci ha messo ci sono problemi logistici notevoli».
I tassisti snocciolano i problemi: «Non solo non abbiamo il telefono, che è stato lasciato dall’altro lato (su questo prima il Comune ci aveva detto di non avere i soldi per spostarlo e poi leggiamo sui giornali che lo sposterà), ma abbiamo anche difficoltà ad aprire la portiera. A questo aggiungiamo il fatto di non poter contare su un bar o una tettoia dove poterci riparare: saremo costretti a rimanere sempre in auto. Ma la cosa più preoccupante», ribadiscono De Luca e Alberto Terribile, «è che i due stalli odierni sono schiacciati da un lato dai camioncini che fanno carico e scarico per i negozi della via, dall’altro dai 280 autobus che passano quotidianamente in piazza Vittorio Emanuele. Quando ci sono gli autobus che stazionano non abbiamo nemmeno la visuale per poterci immettere in strada. E cosa dire della presenza dell’uscita di un garage tra i due stalli?».
I liberi professionisti se la prendono anche con il bar e il plateatico: «Per darlo il Comune ha sacrificato un’attività che serve l’intera popolazione oltre a fare un servizio sociale. Noi svolgiamo, infatti, un servizio nei week end per le discoteche: per evitare problemi con gli alcoltest la gente ci chiama. Ma nessuno ci ha ascoltato, trasformando quello spazio in un’attività da bar. E poi perché i tavolini non sono stati posizionati dalla parte del Liston?».
I tassisti lamentano «la mancanza di ragionevolezza da parte dell’amministrazione comunale. Tra poco i tassisti da sei diventeranno otto: come fanno a darci soltanto due posti auto in piazza? Significa che qualcuno, durante il proprio turno, non avrà uno stallo e quindi non potrà lavorare».
«Alcuni assessori comunali, che non sono nemmeno del comune capoluogo, non vogliono capire le nostre esigenze. E così neppure gli uffici che hanno gestito questa partita: nessuno ci ha mai chiesto, come sarebbe naturale in quanto diretti interessati, quale potesse essere la soluzione migliore», sbottano i tassisti.
A cercare una mediazione tra le parti è Ermanno Pizzolato di Confartigianato: «Come organizzazione sosteniamo la categoria, ma auspichiamo che si possa arrivare ad un accordo o comunque a una possibile mediazione».
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