Teatro, il Tib non ci sta «Vogliono eliminarci»
BELLUNO. Baruffe bellunesi. Il Tib all’attacco della Fondazione Teatri e non è una commedia di Goldoni. Labros Mangheras e Daniela Nicosia contro Renzo Poloni. Uno scontro sul palcoscenico del Comunale, che fa arrabbiare Palazzo Rosso e potrebbe stancare la Fondazione Cariverona, che sul progetto della residenza teatrale ha promesso 100 mila euro; ma se la convivenza tra lo stesso Teatro impresa Belluno, il Circolo Cultura e stampa e Slow machine non sarà serena e costruttiva potrebbe dirottare questi soldi altrove. State buoni, se potete.
Il Tib, che ha gestito per anni la struttura di piazza Vittorio Emanuele, si chiede ora quali siano le regole della residenza, in un comunicato durissimo, firmato da segreteria e ufficio stampa con Lara Sacchi: «“Residenza delitto politico” aveva affermato qualche mese fa il Circolo cultura e stampa. Adesso siamo noi a porre la questione: lentezze amministrative, mancanza di trasparenza nelle procedure, mancanza di criteri di selezione nella manifestazione d’interesse per residenza risalente all’agosto 2013 hanno trascinato fino ad oggi la grave situazione relativa alla gestione del Comunale, che è stato aperto finora a tutti, grazie al lavoro del Tib e del suo personale. Lavoro che la struttura ha fornito in maniera fiduciaria, sulla base di richieste “temporanee” da parte della Fondazione, susseguitesi per due anni di seguito, con l’obiettivo di arrivare alla stipula di una convenzione per normare gli aspetti tecnico-culturali relativi alla residenza. Ciò che rende paradossale il procedimento e vanifica la realizzazione del progetto sono una serie di ripetuti stop, che la Fondazione oppone ogni volta che il progetto sta finalmente per concretizzarsi».
Residenza significa anche cartellone unico, ma il Circolo ha già presentato il proprio: «Non con noi. Stagione unica significa pianificare un cartellone condiviso, seppur nell’autonomia delle scelte artistiche, almeno per quanto riguarda le date (sovrapposizione del 25 ottobre, 22 novembre e 7 febbraio, date richieste dal Tib da gennaio), ottimizzare le risorse e dar vita, nell’interesse del pubblico, a un abbonamento unico. Altrimenti sono solo parole senza significato».
Un’accusa specifica alla Fondazione Teatri? «A gennaio, è stato concordato con il sindaco e l’assessore che, mentre ai progetti culturali della residenza potessero concorrere più soggetti, Tib, avendone i requisiti, fosse il referente per gli aspetti relativi al personale tecnico e alla gestione della sicurezza dei lavoratori e degli utenti del Teatro. Siamo arrivati a giugno per sentirci dire dalla Fondazione che intende realizzare tali servizi utilizzando in proprio i tecnici del Tib, estromettendo la cooperativa. L’utilizzo del personale del Tib significa privarlo delle sue risorse umane e minare alla base la coop, il cui personale è impiegato non solo al Teatro Comunale, ma anche nella produzione di spettacoli».
Poloni? Neanche una piega: «Polemiche non ne faccio. Quelle sono tipiche di chi non ha argomenti».
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