Teatro, ora indaga la Corte dei Conti
BELLUNO. La Corte dei Conti chiede spiegazioni sulla Fondazione Teatri delle Dolomiti. Il Comune di Belluno resta sotto la lente d’ingrandimento dell’organo di controllo degli enti pubblici e l’ambito delle verifiche si allarga sempre di più. Dopo svariate comunicazioni, pronunciamenti e ordinanze recapitate a Palazzo Rosso durante l’amministrazione Prade, nei giorni scorsi il sindaco Jacopo Massaro ha ricevuto una serie di osservazioni che la Corte dei Conti contesta alla relazione inviata dalla giunta Prade, relativamente al rendiconto 2010. Oltre a rimproverare il superamento dei limiti dell’approvazione del rendiconto 2011 e l’assenza della voce “effetti finanziari delle sanzioni per aver sforato il patto di stabilità nel 2009”, la Corte dei Conti si concentra, ancora una volta, sulle società partecipate in difficoltà finanziarie, cioè in perdita e più precisamente: la Società per l’Autostrada di Alemagna (il Comune ha una quota minimale), al Fondazione Teatri delle Dolomiti e Bim Gestione Servizi Pubblici (non è la prima volta che la Corte dichiara di voler indagare sulle sorti della società dell’acqua).
L’organo di revisione, non considerando soddisfacenti le risposte ottenute dalla precedente amministrazione, chiede al sindaco del Comune di Belluno di inviare una breve relazione di aggiornamento che evidenzi «eventuali situazioni degenerative e il perdurare di criticità emerse in passato».
«Il succo è che la Corte dei Conti vuole spiegazioni sui motivi delle criticità finanziarie di queste tre partecipate», spiega Massaro che pensa in particolare alla Fondazione Teatri, sempre più avvitata sulle polemiche in un crescendo che ormai ha del grottesco.
«Evidentemente le preoccupazioni mie e del sindaco di Feltre rispetto alla tenuta del bilancio non erano supposizioni. Ora interviene anche la Corte dei Conti a contestare la sostenibilità dei bilanci». Eppure la Fondazione va avanti come nulla fosse e senza considerare la fuga dei soci più importanti: Fondazione Cariverona e Comune di Feltre già decisi, ma è chiaro che il Comune di Belluno è agli sgoccioli della pazienza.
«La Fondazione sta facendo una stagione teatrale e un bando senza la necessaria copertura economica», ricorda Massaro, «e questo espone chi ha votato a favore ad alcune responsabilità; anche perché il bilancio è stato approvato contro l’indirizzo dei soci che conferiscono i teatri». Massaro deve ancora decidere cosa rispondere alla Corte dei Conti: «Questa cosa mi è piovuta sulla scrivania da pochissimi giorni, credevo che il Comune avesse già fornito tutte le risposte. Non sarà facile spiegare perché si fanno investimenti quando ci sono debiti insoluti, sulla base di entrate presunte e forse mal presunte».
Ma Massaro affonda anche sulla decisione del vicepresidente Celeste Levis, che oggi presenterà una stagione teatrale che non è stata condivisa con il socio principale: «Un’anomalia che non pensavo di dover gestire. Una stagione in sfregio a tutto, senza il nuovo presidente e presentata da uno che aveva annunciato le dimissioni. Manca la coerenza, non c’è correttezza istituzionale e il teatro viene utilizzato in maniera difforme da come vorremmo. Tutto questo mi fa mettere in discussione il ruolo del Comune nella Fondazione. Il ritiro è un’opzione, ho già convocato la commissione cultura per discuterne».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi