Teatro: passa il bilancio e Feltre se ne va

Levis e Fiori votano a favore, contro il capoluogo e i feltrini. Massaro: «Dubbi sull’attendibilità di elevate sponsorizzazioni»
Di Paola Dall’anese
Belluno 2006. Il teatro comunale a Belluno. - Una veduta del teatro Comunale di Belluno
Belluno 2006. Il teatro comunale a Belluno. - Una veduta del teatro Comunale di Belluno

BELLUNO. Colpo di scena alla Fondazione Teatri delle Dolomiti.

Dopo tre ore e mezza di accesa discussione a palazzo Rosso tra i membri del consiglio di indirizzo e del consiglio di gestione, alla fine il bilancio di previsione 2012 è passato coi soli voti di Provincia e Regione. Passato sempre con le stesse modalità, anche il bando per la gestione dei servizi tecnici e la programmazione della stagione teatrale.

Ma, alla fine, per la Fondazione di Cesare Zaccone e Diego Mattiello si tratta di una vittoria effimera visto che comunque la situazione dell’ente culturale è ancora più precaria: il comune di Feltre, infatti, ha annunciato l’intenzione di uscire dalla Fondazione, mentre il vicepresidente Celeste Levis, dopo aver votato a favore dei tre ordini del giorno (e il suo voto è stato decisivo) ha rassegnato le dimissioni. Resta l’amaro in bocca nei sindaci Massaro e Perenzin per l’ennesimo colpo di coda di un vecchio sistema di procedere che ad oggi ha creato non pochi problemi e difficoltà portando la Fondazione a questo punto critico.

I nuovi membri. Intanto ieri il sindaco di Belluno ha nominato i suoi rappresentanti in seno all’ente culturale: Nicoletta Comar e Renzo Poloni che prenderanno il posto di Zaccone e Leonardi.

Il bilancio. Che sarebbe stato un incontro difficile lo si sapeva dall’inizio visti gli argomenti all’ordine del giorno. Per primo quel bilancio di previsione rigettato per ben due volte da Belluno e Feltre, tanto che il presidente Zaccone è stato costretto a rivederlo. «Un bilancio», commenta il primo cittadino Jacopo Massaro al termine dell’incontro, «migliorativo rispetto al precedente, che però salda soltanto i due terzi dei debiti pregressi (avanza crediti anche il Tib), mentre noi chiedevamo l’intera somma, e che lascia ancora molte perplessità sulla sua reale sostenibilità viste le elevate sponsorizzazioni (50mila euro)», dice Massaro che aggiunge: «Avevo chiesto di procrastinarne l’approvazione al prossimo consiglio di gestione anche per poter sottoporre ai nuovi membri di Belluno la possibilità di prenderne visione».

Ma dopo una serrata discussione, il consiglio di gestione ha deciso di metterlo ai voti ugualmente per paura “di perdere il contributo di Venezia”, contributo su cui si basa tutto il bilancio della Fondazione.

E così grazie al voto (che vale doppio) del vicepresidente Levis e di Fiori per la Regione il bilancio è passato. Contrari Belluno e Feltre. Il bilancio preventivo è pari a circa 160mila euro (40 mila euro dal Comune di Belluno, 20mila dalla Provincia e 50mila dell’anno scorso più altri 50mila dalla Regione). Somme che suonano poco significative per sostenere una programmazione culturale «e che, nella fase in cui si trova Palazzo Rosso, non intendevo votare in quanto non c’è certezza di copertura», ribadisce Massaro.

L’addio di Feltre. La vita stessa della Fondazione è a rischio visto l’annuncio del sindaco di Feltre, Paolo Perenzin di lasciare l’ente (segue l’addio della Fondazione Cariverona). «Il voto di ieri dimostra che così non si può andare avanti. Sarà il consiglio comunale poi a decidere. Nel frattempo, però, per non ostacolare il lavoro della Fondazione che non avrebbe il numero legale senza di noi, ho introdotto nel consiglio di gestione un dipendente comunale, Giovanni Trimari, una nomina tecnica».

Bando. Altro punto interrogativo per Massaro è il bando per la gestione dei servizi tecnici, del valore di 220mila euro. Cifre che per il comune di Belluno avrebbero avuto bisogno di un ulteriore approfondimento, «ma non ci è stata data l’opportunità».

Ma Jacopo Massaro è convinto che «la situazione possa essere ricomposta nel momento in cui inizierà ad agire il nuovo consiglio di gestione, con persone avulse dalla rigidità di un sistema che va avanti da tempo basato su retropensieri che non esistono».

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