Teatro, scontro tra i sindaci e Levis FOTO
BELLUNO. Alla definizione di rissa, è mancato solo il contatto fisico, ma ci sono andati vicini. Dopo anni di guerre e polemiche sfibranti, la situazione della Fondazione Teatri delle Dolomiti non poteva che esplodere e ieri pomeriggio è successo. Di fronte a un vasto pubblico di addetti ai lavori, i sindaci di Belluno e Feltre, Jacopo Massaro e Paolo Perenzin, hanno affrontato il vicepresidente della Fondazione Celeste Levis e il direttore Diego Mattiello, che avevano convocato una conferenza stampa per presentare la stagione 2012-2013. Massaro e Perenzin, non invitati, hanno fatto irruzione nella sala e, dopo aver atteso che Levis e Mattiello concludessero la loro presentazione, hanno fatto valere la loro posizione di soci maggioritari e conferitori dei teatri.
La premessa. Ricostruire la soffertissima storia della gestione teatrale bellunese richiederebbe un libro, ma ciò che conta sono le ultime settimane, dall’insediamento dei due nuovi sindaci di Belluno e Feltre, ai quali compete la nomina di tre rappresentanti (presidente compreso) nel consiglio di gestione, braccio operativo del consiglio di indirizzo formato originariamente da 5 soci: i due Comuni, la Provincia, la Regione e la Fondazione Cariverona che ha già abbandonato la nave da tempo. Nei giorni scorsi i due consigli si riuniscono e, con voto contrario di Belluno e Feltre, gli altri due soci approvano bilancio, stagione e bando per la gestione dei servizi teatrali. Feltre annuncia che lascerà appena assolti gli impegni presi e il vicepresidente Levis dice che si dimetterà a ore. I sindaci contestano la mancanza della copertura finanziaria (anche la Corte dei Conti ha chiesto spiegazioni) e la presenza di debiti insoluti.
La conferenza stampa. A sorpresa, lunedì sera, nelle redazioni arriva la convocazione di una conferenza stampa per la presentazione della prossima stagione. Massaro e Perenzin non ne sanno nulla. Al tavolo si presentano Levis e Mattiello. Levis spiega la genesi della stagione autonoma di musica, danza e poesia fatta dalla Fondazione e in collaborazione con le realtà locali. In sala ci sono praticamente tutti, dal Tib al Circolo culturale e i mugugni di sottofondo non mancano. Levis punta molto sulla necessità di trovare sponsor privati (visto che i soldi pubblici sono sempre meno) e sulla riduzione dei costi di gestione, da 477 mila a 255 mila euro, e assicura che il bilancio copre i due terzi dei debiti. È la volta di Mattiello che illustra la stagione con una forma un po’ anomala: un elenco a voce di nomi celebri (per chi è del ramo), con molte date incerte e nemmeno un pro memoria scritto. Nel complesso 30 serate della Fondazione e 110 date prenotate dagli altri soggetti culturali cittadini. Non vengono fornite cifre sui costi degli spettacoli, ma Mattiello assicura che tutto si paga, grazie a rapporti di amicizia.
Il blitz dei sindaci. È il momento di Massaro: «Sono qui come ospite sgradito, nonostante il Comune di Belluno metta a disposizione il teatro, 40 mila euro, un ufficio e un’impiegata», dice il sindaco riferendosi al mancato invito alla conferenza stampa su una stagione bocciata dai due Comuni. «È un atto grave e scorretto che il vicepresidente abbia fatto di testa sua senza aspettare la nomina del presidente (tra 5 giorni). Levis aveva l’obbligo istituzionale di aspettarlo. Questa situazione è molto spiacevole e sgradevole». Massaro, solitamente molto pacato, appare per la prima volta veramente irritato: «Abbiamo dato parere negativo alla stagione, perché scontenta molte associazioni e non assolve ai debiti». Il sindaco accusa Levis di sgarbo istituzionale: «Lei si è dimesso durante l’ultimo consiglio. Quello che ha fatto oggi è una dichiarazione di guerra contro il Comune di Belluno, un paradosso verso chi ci mette il teatro, requisito fondamentale per chiamarsi Fondazione Teatri». A questo punto la sala esplode in un’ovazione. «Viene meno l’interesse del Comune di Belluno a stare nella Fondazione e a versare 40 mila euro. Se mettiamo tutte queste risorse è per partecipare ai processi. La vostra offerta non ci interessa».
Levis cerca di giustificare il mancato invito come un disguido informatico e accusa Massaro di aver creato l’impasse per la mancata nomina del nuovo presidente: «La Regione ha minacciato di ritirare il contributo, volevamo evitarlo e poi non approvare il bilancio voleva dire non pagare i debiti. Io oggi sono andato in banca con Zaccone (l’ex presidente) per pagare i primi debiti e dare i contributi».
È la goccia che fa traboccare il vaso del sindaco di Feltre, «infuriato» quanto il collega: «Queste parole sono gravissime. Vengo sempre volentieri a Belluno, ma non oggi e non qui. Questa conferenza stampa è un atto di imperio del vicepresidente che si è dimesso e non ha nessun mandato. Voi non avete lasciato il tempo per la nomina del presidente e non conoscete l’Abc dei rapporti istituzionali Levis è andato contro i soci». Perenzin, sempre più adirato, chiede di sapere a chi sono stati fatti i pagamenti e chi li ha firmati: «Sono furibondo, solo il prossimo presidente poteva decidere i mandati di pagamento e i contributi, Levis se ne assume la responsabilità, ha fatto un gesto gravissimo e darò mandato di revocare tutto per autotutela». A quel punto Levis spiega di essere andato in banca, ma solo per prendere i moduli, i pagamenti non sono stati fatti. La discussione prosegue con scambi sempre più accesi, ormai in un totale sciogliete le righe quasi fisico e con accuse sempre più pesanti da parte dei presenti, tutti schierati con i due sindaci.
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