Telecamera subacquea e droni, ma il disperso non si trova

Ancora vane le ricerche dell’escursionista romano caduto sotto le cascate di Fanes. «Molto pericoloso immergersi» 

CORTINA

Sonde e telecamera subacquea, oltre a un drone. Ma il corpo di Alfonso Maria Lostia, il 38enne romano inghiottito venerdì scorso dal torrente Fanes, sotto la cascata bassa non è ancora stato ritrovato. Anche ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco e quelli del Soccorso alpino hanno cercato d’immergersi più volte nelle acque impetuose, ma non sono mai riusciti a raggiungere il fondale del catino, finendo per rischiare anche la propria vita. La corrente è ancora molto forte, la portata d’acqua rimane notevole, anche per effetto del maltempo dei giorni scorsi e lì sotto c’è una specie di centrifuga, che non permette ai soccorritori la necessaria libertà di movimento, per di più nelle minime condizioni di sicurezza.

Eppure tutti sono ancora convinti che il corpo di Lostia sia ancora in quell’area da dieci metri di diametro per almeno otto di profondità e non sia stato trascinato verso valle. Anche ieri hanno cercato di mettere a punto un sistema più efficace. Si è pensato anche a scavi, utili a deviare il corso d’acqua, ma non si tratta di un’operazione facile, soprattutto fino a quando la portata sarà così imponente: «Stiamo cercando di capire cosa sia meglio fare», fa sapere uno dei soccorritori da Cortina, «certo la situazione non è semplice, malgrado tutti i tentativi che sono stati fatti, da venerdì in poi. Rimane molto pericoloso immergersi, di conseguenza bisognerà pensare a qualcosa di alternativo. Un’idea è davvero anche quella di deviare, almeno temporaneamente, il corso del torrente».

Le ricerche riprendono stamattina, quando sarà di nuovo percorsa tutta l’asta del torrente, fino alla confluenza con il Boite. Nella giornata di sabato, invece, il Soccorso alpino di Cortina aveva posizionato due reti sotto la vasca, che avevano permesso di recuperare una giacca a vento e una scarpa, ma il corpo non si trova e lo stanno cercando anche gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza e i carabinieri.

L'uomo, che venerdì si trovava con la moglie in località Ponte Alto, dove inizia il giro, si era incamminato lungo la ferrata Giovanni Barbara per andare a vedere le cascate e, secondo una prima ricostruzione, scattare delle fotografie. A lanciare l'allarme, intorno alle 13.30, alcune persone che, dal belvedere sul versante opposto, l’avevano visto cadere improvvisamente dal sentiero e finire nella vasca, una sessantina di metri più sotto, senza più riemergere. Attivati dal 118, sul posto si erano subito portati il Soccorso alpino di Cortina e il Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto, i vigili del fuoco con il nucleo Speleo alpino fluviale, i soccorritori del Sagf e i carabinieri. Non hanno dato risultati nemmeno i voli di perlustrazione dall’alto da parte dell’elicottero Pelikan dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano. —


 

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