Teli sulla Marmolada: oggi ne discute la Fondazione Unesco
ROCCA PIETORE. La querelle relativa ai teli da stendere sul ghiacciaio della Marmolada per proteggerlo dal ritiro, arriva all’ordine del giorno del Consiglio di amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco che oggi si ritroverà in una riunione per discuterne. La questione, infatti, a questo punto, è capire se la Fondazione sia deputata a dare o meno l’ok al progetto chiesto dalla società di funivie Marmolada spa e da Mountain Wilderness.
Ad anticipare una risposta in questo senso è lo stesso Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness. «Con questa vicenda dei teli sulla Marmolda l’Unesco non c’entra», precisa: «Questa montagna rientra nelle aree Sic, protette, per cui prima di intraprendere qualsiasi azione, è necessario avere la valutazione di incidenza. Cioè un’équipe qualificata di esperti deve presentare uno studio al servizio preposto della provincia autonoma di Trento che, in base a questo documento, deve esprimere il parere. Qui in gioco c’è il rilancio della Marmolada».
Casanova chiede che i tempi di decisione sull’argomento siano i più rapidi possibili. «Dal 27 agosto 1998 come Mountain Wilderness chiediamo un tavolo con veneti, trentini e operatori del settore per fare un accordo di rilancio di questa montagna delle Dolomiti così importante. Cosa ci vuole per mettersi d’accordo? La Provincia autonoma deve agire».
A chiarire meglio quali sono i compiti della Fondazione Dolomiti Unesco e il suo parere non vincolante sull’argomento c’è anche una lettera scritta dall’allora segretario generale dell’ente, Giovanni Campeol in risposta ad un quesito posto dal presidente di Marmolada spa, Mario Vascellari.
Nella lettera, del 14 marzo 2011, la Fondazione sottolinea come «la normativa territoriale e urbanistica rimane esclusivamente in capo agli enti di governo del territorio, mentre l’inserimento delle Dolomiti nel patrimonio mondiale dell’umanità non comporta automatiche modifiche alla pianificazione territoriale in quanto il riconoscimento del bene è avvenuto sulla base del quadro normativo vigente all’atto del riconoscimento. Nell’ambito delle zone protette le attività di trasformazioni del territorio devono seguire le norme di legge vigenti ed in particolare i diversi procedimenti di valutazione ambientale (VIa, VincA, Vas, Peassagistica, etc). La Fondazione ha il compito di tutelare e promuovere il bene, attraverso attività educative, culturali e scientifiche. Se richiesto», concludeva il segretario generale nella sua missiva, «può esprimere pareri, non obbligatori e non vincolanti, sulle diverse attività di trasformazione nell’ambito dei nove siti seriali».
La Fondazione, quindi, non avrebbe alcuna voce in capitolo sulla vicenda “teli”, ma si attende oggi la risposta ufficiale.
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