Temperatura bassa per fare l’alcoltest ma perde la patente

L’uomo era stato fatto fermare dalla moglie dopo una lite La Corte di Cassazione ha confermato le prime sentenze



Troppo freddo per l’etilometro. Per cercare di salvare la patente, un automobilista ha provato ad aggrapparsi alla temperatura, durante il procedimento davanti alla Corte di Cassazione. Ma gli è andata male e i magistrati hanno confermato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia, che ha sua volta aveva certificato quella del Tribunale di Belluno: documento di guida sospeso per un anno e non se ne parli più, dopo il terzo grado di giudizio.

Il primo dicembre di sei anni fa il siciliano G.L. era stato fermato in orario notturno dalla polizia, dopo una segnalazione della moglie, con la quale aveva litigato. Aveva bevuto oltre il normale e questo non poteva sfuggire agli agenti accertatori, che l’hanno sottoposto all’esame dell’etilometro. Il risultato è stato chiaro: 1,40 grammi per litro di sangue al primo tentativo e 1,19 al secondo, quindi oltre la soglia del penale. Il 19 febbraio 2016 l’uomo è stato giudicato colpevole dal Tribunale di Belluno e condannato a sei mesi di arresto e 3.500 euro di ammenda, oltre che alla sospensione della patente per la durata di un anno. Difeso di fiducia dall’avvocato Erminio Mazzucco, ha fatto un primo tentativo davanti alla Corte d’Appello, ma senza risultato e allora l’unica strada era un ricorso in Cassazione.

L’imputato lamentava la nullità del decreto di citazione a giudizio, perché nel periodo di tempo tra l’avviso di fine indagini e lo stesso decreto era stato arrestato e non aveva saputo nulla del processo di primo grado. Ma soprattutto ha contestato le modalità con cui si è svolto l’esame alcolemico. La casa costruttrice dell’etilometro raccomandava di utilizzarlo a temperature comprese tra 0 e 40 gradi, mentre quel giorno il termometro segnava 5 gradi sotto zero e aveva soffiato all’aperto, non certo nell’abitacolo dell’auto di servizio. Infine, gli sembrava troppo pesante la pena, tenuto conto che il pubblico ministero aveva chiesto quattro mesi e 2.000 euro e ha preso il massimo. La Cassazione ha respinto il ricorso. —



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