Tempi lunghi per la riapertura della via tra Caprile e Digonera

DIGONERA Si preannunciano tempi lunghi per la riapertura della Sp563 tra Caprile e Digonera, interrotta da sabato sera da una grossa frana. «Ci vorranno almeno dieci giorni per valutare l’entità del fenomeno prima di poter fare delle previsioni sui tempi di ripristino e quindi di riapertura dell’arteria», spiega il respondabile di Veneto Strade, Sandro d’Agostini. Notevoli i disagi per gli abitanti di Digonera, ma soprattutto della frazione di Laste, costretti ad un lungo giro da Livinallongo per Salesei, Cernadoi e Rucavà per scendere a valle. Sospese le corse della Dolomitibus tra Digonera e Laste. E anche lo scuolabus ci impiegherà quasi un’ora in più. Fronte instabile. Ieri mattina i tecnici di Veneto Strade sono ritornati a Digonera, dopo il primo sopralluogo di domenica mattina, per valutare la situazione.
La grossa frana si è staccata sabato sera, intorno alle 23.30, ed ha interessato un tratto di circa 20 metri prima della galleria dopo Digonera, scendendo da Livinallongo. Almeno 500 – 600 metri cubi di materiale, tra cui alcuni grossi massi rocciosi, si sono staccati per una decina di metri sopra il muro di contenimento. Solo una caso ha voluto che nessun automobilista venisse coinvolto. Qualche minuto prima era transitato di la un gruppo, con una decina di auto, di ritorno da una cena all’Hotel Digonera. Poco dopo alcuni giovani che scendevano da Livinallongo per andare ad una festa a Falcade si sono trovati la strada sbarrata dalla frana ancora in movimento. Hanno riferito infatti di aver sentito altri sassi cadere mentre scendevano dalla macchina. Anche ieri il fronte franoso appariva tutt’altro che stabile. Alcuni speroni di roccia sono lì in bilico pronti a cadere. «La situazione è in via di evoluzione», dice D’Agostini, «di certo possiamo dire che l’evento non si è innescato da un momento all’altro, per esempio a causa di siccità, pioggia, disgelo o altro. Ma per cause più lunghe nel tempo e legate alle caratteristiche geologiche della zona.
Il versante infatti è caratterizzato da strati di roccia inclinati, intrammezzati da altri strati di argilla. E proprio su questa, forse a causa di un’infiltrazione d’acqua che ha fatto da lubrificante, che sono scivolati i lastroni. Purtroppo tutto quel versante è così». Tempi lunghi. Adesso le cose da fare sono due. «Prima di tutto dobbiamo capire se il fenomeno è circoscritto o se invece è più vasto. Poi si tratterà di eliminare gli strati instabili sul versante. Abbiamo già un’idea di quale tipo di intervento fare. Ma questo ovviamente dipenderà, anche per quanto riguarda i costi, dall’entità del fenomeno, che è comunque importante. Il distacco potrebbe aver fatto mancare il piede al costone soprastante, facendolo diventare così a sua volta instabile».
Esclusa la possibilità che il movimento possa andare ad interessare anche la soprastante strada comunale di Laste, i tempi per la riapertura si prevedono lunghi. «Neanche da immaginare un’apertura almeno a singhiozzo. Troppo pericoloso», avverte D’Agostini. Disagi per Laste e Digonera. I più toccati dal disagio sono gli abitanti di Laste e Digonera, che dovranno fare 20 chilometri in più per scendere in Agordino. Ci vogliono almeno tre quarti d’ora d’auto per salire a Livinallongo e percorrere poi la 203 verso Colle. Lo stesso per lo scuolabus. «Da Sottoguda alla frazione di Moiei, i 5 bambini della materna ci impiegheranno un’ora e tre quarti in più per andare e tornare da scuola», spiega preoccupato il sindaco Andrea De Bernardin, «e se poi ci fosse un’emergenza medica ? Dovremo chiamare l’ambulanza di Arabba». Lorenzo Soratroi
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