Tempo pieno, tagliate le domande

Sindacati contro l'Ust: «Non sono state inviate tutte le richieste dei presidi»
BELLUNO. Solo una parte delle richieste di tempo pieno alle primarie, inoltrate dai dirigenti scolastici bellunesi, sarebbero state trasmesse dall'Ufficio scolastico territoriale (Ust) a quello regionale. È quanto emerso ieri mattina durante l'incontro tra i sindacati di categoria e gli uffici dell'Ust. Ed è scoppiata la polemica. «A dire il vero avevamo chiesto di incontrare il dirigente Domenico Martino, ma non c'era, per cui abbiamo parlato con il personale dell'ufficio. Comunque abbiamo fatto mettere a verbale le nostre perplessità in merito a questa vicenda, e ci aspettiamo presto una risposta, visto che non è la prima volta che si presenta una cosa del genere nel Bellunese», dicono i sindacati. E per l'incontro la Cisl Scuola, vedendo come si mettevano le cose, ha chiamato anche il rappresentante regionale, Nereo Marcon, il quale precisa: «A fronte delle decine e centinaia di richieste giunte dalle altre province, da Belluno ne sono arrivate 5-6, mentre le domande che i presidi avevano inoltrato all'ufficio scolastico provinciale erano una decina. Perchè questo desiderio di autocensurarsi da parte dell'Ust bellunese? Devo ammettere che mi è incomprensibile. Credo che spetti all'ufficio regionale decidere quali tempi pieni attivare e quali no, non certo ai singoli territori». La mossa dell'Ust di tagliare alla fonte alcuni posti non è piaciuto neanche a Snals, Flc Cgil e Gilda. «C'era la possibilità quest'anno di chiedere il tempo pieno anche per le seconde e le terze classi, oltre che per le nuove prime, e questo poteva garantire per i prossimi anni minori tagli di personale e di ore, visto che da qui a due anni l'orario delle elementari sarà portato tutto a 27 ore, non più a 30. Invece da quanto abbiamo saputo è stato inserito soltanto chi aveva già il tempo pieno, per cui a Venezia è arrivata una scarsa richiesta», precisano anche Milena De Carlo dello Snals e Walter Guastella della Flc Cgil. «C'è stato un filtro preventivo che non era richiesto», sottolinea ancora Guastella. Ora toccherà al dirigente Martino precisare come sono andate le cose. Intanto sono stati confermati gli ulteriori tagli di cinque posti per la primaria bellunese, che salgono così a 52 (non più 47). «Rispetto a quanto era stato detto ai segretari regionali due settimane fa dall'Ufficio scolastico regionale (Usr), sono stati effettuati ulteriori aggiustamenti che hanno penalizzato la provincia di Belluno: i cinque posti in meno sono stati poi ridistribuiti tra altre province», spiega Lorella Benvegnù della Cisl. A questo punto i giochi sono fatti, e visto che l'area informatica del ministero chiudeva ieri non è più possibile intervenire sull'organico della primaria.

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