Tentato omicidio: Ahmetovic condannato anche in Appello

Sconto di pena e di risarcimento per il croato ma il reato non è stato derubricato La difesa: «Puntavamo sulle lesioni aggravate e adesso si andrà in Cassazione»



Tentato omicidio era e tentato omicidio è rimasto. In Corte d’Appello, Paso Ahmetovic ha ottenuto soltanto uno sconto di pena per l’accoltellamento del consigliere comunale Bruno Longo: è passato da sei anni e sei mesi a cinque anni e sei mesi. Ridotto anche il risarcimento danni: da 30 mila a 20 mila euro. Novanta giorni per la pubblicazione delle motivazioni, sulla base delle quali i difensori Erminio e Valentina Mazzucco decideranno se presentare ricorso in Cassazione.

La sentenza veneziana è stata emessa alle 20.45 di ieri, dopo un’ora di camera di consiglio. L’udienza era stata fissata per le 15, ma è cominciata con diverse ore di ritardo e non era un caso semplice. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma della sentenza in abbreviato del giudice per le udienze preliminari bellunese Enrica Marson. Mentre la difesa puntava sulla derubricazione del reato di tentato omicidio in quello di lesioni aggravate. Nessun dubbio sull’aggressione con il coltello del 19 aprile dell’anno scorso, in via Vittorio Veneto, ma Longo si sarebbe riparato con il braccio sinistro all’esterno dell’auto di un amico, che aveva parcheggiato davanti al bar all’Angolo e non all’interno. Di conseguenza, il fendente non avrebbe mai lesionato organi vitali. La Corte d’Appello ha confermato l’impianto accusatorio del pubblico ministero Roberta Gallego, che sulla base di una consulenza psichiatrica e una medico legale aveva chiesto otto anni in primo grado, anche per porto abusivo di arma od oggetto atto a offendere e minaccia aggravata ai poliziotti, che stavano per arrestarlo. Era tentato omicidio, sia come mezzo che come azione. Il croato stavolta non era presente in aula: non si è mosso dal carcere, nel quale dovrà rimanere detenuto almeno fino al 4 aprile del prossimo anno, sotto la più stretta sorveglianza. Mentre c’era l’avvocato di parte civile Claudia Bettiol, che aveva domandato la conferma della statuizione civile.

Secondo la ricostruzione, il consigliere di “Belluno è di tutti” era a bordo di una Porsche che un amico gli aveva affidato per farla riparare, quando è stato accoltellato. Un fendente, dal quale Longo si è difeso con il braccio sinistro. Non l’avesse fatto, avrebbe rischiato di morire. Danneggiata anche l’auto, ma il proprietario non ha presentato querela per danneggiamento aggravato e non si è proceduto. Quando è arrivata la polizia, Ahmetovic ha minacciato gli agenti che stavano per arrestarlo.

L’uomo gridava di volere i soldi di un orologio falso, che aveva pagato 250 euro e non era nemmeno funzionante. Longo ha sempre sostenuto di non avere debiti con il suo aggressore, perché glieli aveva già restituiti. L’altra tesi era quella del prestito da parte di Donà, al quale Longo si sarebbe opposto, scatenando una reazione incontrollata e incontrollabile. Ahmetovic è stato dichiarato capace d’intendere e volere, ma con un disturbo antisociale ed è stato condannato di nuovo. –

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi