Terme di Valgrande, silenzio fragoroso

COMELICO SUPERIORE. Cosa sta succedendo alle Terme delle Dolomiti di Valgrande? Dopo anni di alti e bassi, ed in attesa di un rilancio sempre auspicato, ma costantemente rimandato, si attendeva l'apertura estiva ad allontanare le nubi che sembrano addensarsi sulla struttura.
Ma i segnali che giungono, invece di diradare la nebbia, sembrano addensarla.
Sul sito www.termedelledolomiti.it si leggeva infatti fino a qualche giorno fa che «il centro termale di Valgrande riaprirà il giorno 9 giugno 2012. Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 0435-470153 o scrivere a info@termedelledolomiti.it». E, per di più, nelle offerte che il Consorzio turistico Val Comelico propone ormai da qualche settimana, appariva anche la proposta delle Terme; e forse qualche turista un soggiorno all’interno dello stabilimentoi l'aveva anche già prenotata e forse pagata.
Ma ieri la scritta sul sito è improvvisamente cambiata e recita: “Il centro termale di Valgrande è chiuso”. E, come se non bastasse, si vocifera di una possibile apertura non a stretto giro di posta, ma solo a partire dal 1 luglio.
Si vocifera, per l’appunto; perché delle Terme nessuno parla, fra coloro che istituzionalmente dovrebbero farlo.
Il presidente della società Terme delle Dolomiti, Adriano Zandonella Callegher (che è anche presidente della Regola di Dosoledo e dell'Arcfaco, l'associazione che raggruppa tutte le 15 Regole del Comelico), che peraltro non è mai stato di grandi parole in tema di Terme, non risponde al telefono né agli sms. Fa dire da un'incaricata che non è il momento di rilasciare dichiarazioni.
Un po' strano, se si pensa che le Terme, secondo le previsioni, dovevano già essere aperte e che ovviamente i turisti sono soliti pianificare per tempo le loro vacanze.
Giovanni Cavallin, presidente della cooperativa “La Trevisana” ( che, insieme al consorzio “In concerto”, detiene la quasi totalità delle azioni della società di gestione), invece risponde, e con la consueta cortesia; ma annuncia solo di avere lasciato il Cda delle Terme «per motivi personali». Non resta allora che passare oltre.
Il nuovo responsabile, a cui Cavallin ha passato la mano, è Bruno Pozzobon, presidente della stessa Cooperativa “In concerto” di Castelfranco Veneto. E Pozzobon ( che, ripetutamente interpellato, peraltro non ha mai risposto al telefono), ha incontrato giovedì 31 maggio il sindaco di Comelico Superiore, nonché presidente della Cm del Comelico e Sappada, Mario Zandonella Necca. Esito dell'incontro? Nessuna dichiarazione, ovviamente; ma è evidente che qualche problema esiste, se l'apertura è stata rinviata a luglio. Sullo sfondo di tutto questo resta un progetto edilizio di sviluppo alberghiero, un tassello fondamentale per garantire alle Terme delle Dolomiti la redditività necessaria, con la costruzione di tre alberghi che giace da qualche anno nei cassetti del Comune. Dapprima perché osteggiato dalla precedente Amministrazione, che con le Terme era riuscita anche ad aprire un contenzioso legale (pur essendo proprietaria della struttura!). Poi perché l'attuale Amministrazione sembra decisa a procedere con l'edificazione contemporanea delle tre strutture, due da parte delle Cooperative e la terza, dinanzi all'edificio del Don Bosco, ad opera dell'imprenditore alto-atesino Johann Appacher, proprietario del campeggio Patzenfeld di passo Montecroce Comelico, al quale era stata richiesta anche una partecipazione per l'ampliamento della struttura termale.
D'altra parte, l'offerta avanzata in tal senso a Franz Senfter da parte del Comune per coinvolgerlo nel rilancio delle Terme non ha trovato l'ok dell'imprenditore pusterese, già fortemente impegnato negli impianti di risalita di Padola.
La filosofia di Senfter, a questo proposito, è netta, così come ha avuto modo di esprimerla chiaramente sia nel corso di alcune interviste, sia in un incontro pubblico al museo Algudnei di Dosoledo nello scorso novembre.
Il turista, a suo avviso, oggi ama soggiornare in un centro abitato, dove la sera può passeggiare e fare shopping; la natura se la gode durante il giorno, con le escursioni, le scalate, le attività sportive. Quindi a Senfter potrebbe interessare sì un progetto edilizio, portato avanti da professionisti del settore a cui lui si unirebbe, ma solo a Padola, nel centro abitato. Appacher, da parte sua, nicchia e le Cooperative cominciano a manifestare una certa insofferenza. Chi ha fatto loro i conti in tasca, dice che hanno investito 400/500 mila euro all'anno, almeno nell'ultimo triennio, per garantire l'apertura delle Terme (che specialmente in inverno non si autofinanziano con gli ingressi e le terapie), e che sarebbe ora di rientrare di questo esborso il più rapidamente possibile. Questi gli interrogativi. Risposte ufficiali, allo stato, zero.
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