Terme e sanità, progetti in Comelico

I sindaci del comprensorio hanno a disposizione una prima tranche di 3.5 milioni, destinati dal Governo alle aree disagiate
Di Francesco Dal Mas

SANTO STEFANO. La valle del beauty farm. Da Comelico Superiore a Sappada. Un benessere, però, anzitutto per i residenti. Poi per i turisti. Con tanto di riapertura delle terme di Valgrande. Questa volta, o la va o la spacca.

Il Comelico ha un'occasione più unica che rara di riscattarsi: con i 3,5 milioni stanziati dal Governo – si badi, solo un primo contributo – all'interno del progetto delle cosiddette "Aree interne", per il sostegno dei territori marginali. L'Unione montana, con la presidente Alessandra Buzzo ed i sindaci dei 6 Comuni, è al lavoro, da una settimana, per preparare la sfida, ovvero il piano strategico di questa nuova scommessa. Subito dopo Pasqua, le prime riunioni con gli abitanti delle valli, perché la mobilitazione dev'essere molto partecipativa. Pena, addirittura, il ritiro del sostegno governativo.

Giusto una settimana fa si sono incontrati in Comelico i funzionari del Governo e della Regione, insieme ai sindaci, per dare sostanza all'intuizione dell'autunno 2014, quando l'ex ministro Barca accompagnò in Comelico una squadra di esperti per verificare la marginalità del territorio. «Adesso finalmente si parte», sospira Buzzo. Tre le priorità intorno alle quali la strategia sta prendendo sostanza: la sanità, l'istruzione e la mobilità.

«Si parte da questo approccio: la gente per restare in montagna, soprattutto negli ambienti più disagiati, ha bisogno dei servizi essenziali. Noi abbiamo individuato che il primo, da queste parti, è la garanzia dell'assistenza sanitaria. Assistenza dalla quale si può partire per offrire, a noi stessi e al turista, un supplemento di salute, di benessere».

Ecco, dunque, l'implementazione nei Comuni delle prestazioni sanitarie elementari.

Il prelievo del sangue, due mattine la settimana, a Santo Stefano, non basta più. Il territorio non pretende strutture ospedaliere in loco, ma sicuramente qualche ambulatorio in più, specie per gli anziani; l'opportunità di visite in valle, senza dover andare ad Auronzo o a Pieve. Magari, anche un centro diurno per anziani. E poi nuove opportunità per i turisti. Le terme di Valgrande sono la prima. Con ricadute anche negli altri contesti, dalla Valvisdende fino a Sappada. I 3 milioni e mezzo del Governo non bastano, «però Roma, se sapremo essere efficaci ed efficienti, continuerà a garantirci un futuro di fondi», come ha saputo Buzzo. Non solo. Anche la Regione è pronta a fare la sua parte, con precise quote ritagliate dai vari fondi. Dalla sanità alla mobilità il passo è breve. E la mobilità è anche una garanzia per l'istruzione. Insomma le priorità si tengono. «L'importante è», si sono detti i sindaci, «che le nostre comunità si lascino coinvolgere». Già nelle prossime settimane verranno promossi incontri, nei diversi paesi, per raccogliere le istanze di chi ritiene di dover presidiare ancora il territorio, non in stato di abbandono ma creativo. Sarà con la stessa gente che verranno discusse le priorità, le misure d'intervento, le opportunità di investimento, all'interno dell'orientamento scaturito dai primi incontri.

«L'elaborazione della strategia», conferma infatti Buzzo, referente territoriale del progetto, «coinvolgerà, attraverso focus Group e altri strumenti, tutte le istituzioni, associazioni, cittadini, imprenditori, e lì dove presenti anche centri di competenza locali (Ausl, distretti scolastici, Gal, agenzie per lo sviluppo, ndr ). Regione e Comitato affiancheranno il referente nell'attività di coinvolgimento del partenariato attraverso esperti dedicati. Il Referente, d'intesa con gli altri sindaci dell'area, potrà affidare a un coordinatore tecnico l'organizzazione di questa e delle successive fasi. Questa prima fase mira a redigere un documento informale per la discussione da inviare a Regione e Comitato».

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