Termosifoni a 19 gradi per fronteggiare lo smog

È in vigore l’ordinanza che prevede misure per contenere l’inquinamento  Riscaldamento più basso in uffici pubblici e scuole. È vietato accendere fuochi
BELLUNO. Termostato abbassato a 19 gradi nelle case e in tutti gli uffici pubblici, scuole comprese, e divieto assoluto di accendere fuochi all’aperto. Sono i contenuti della nuova ordinanza in tema di contenimento dell’inquinamento dell’aria, entrata in vigore ieri. Il provvedimento si è reso necessario a causa della preoccupante situazione della qualità dell’aria del bacino padano, che include Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, interessando anche il Bellunese.


Sono previste misure strutturali, valide per il periodo invernale (dal primo ottobre al 31 marzo), ed emergenziali, che saranno attivate in caso di allerta smog. «Le misure strutturali intervengono sulla temperatura media massima consentita all’interno di abitazioni, uffici e scuole, che sarà di 19 gradi, e nelle attività produttive e artigianali, fissata a 17 gradi», spiega l’assessore comunale all’ambiente Stefania Ganz. «C’è poi il divieto per tutto il periodo invernale dell’accensione di fuochi all’aperto, con eccezioni specifiche».


Belluno non sarà interessata da misure di blocco del traffico, ma qualche piccola precauzione dovrà essere adottata: «Suggeriamo lo spegnimento dei motori dei mezzi in caso di sosta prolungata, come ad un semaforo, ai passaggi a livello e durante le operazioni di carico e scarico da parte dei veicoli commerciali», illustra ancora la Ganz.


Le misure emergenziali, invece, scatteranno in caso di sforamento delle soglie di Pm10 per quattro giorni, situazione che non si è verificata in questi due mesi del semestre invernale nel territorio comunale: «In questo caso ci sarà un blocco alla circolazione nelle ore della mattina e pomeridiana per i veicoli a benzina Euro 0 e 1, mentre per i veicoli diesel varrà fino all’Euro 4 (Euro 3 per i veicoli commerciali)», anticipa l’assessore.


Si potrebbe verificare anche uno stop ai tradizionali metodi di riscaldamento a biomassa (come le stufe a legna), nel caso di presenza nel locale anche di un impianto a metano o gasolio, se il “generatore di calore” non possiede una certificazione energetica ed emissiva uguale o superiore a tre stelle. La classificazione è disponibile sul sito della Regione Veneto.


Proprio sulla questione del riscaldamento domestico pone l’accento il sindaco: «L’80% del nostro inquinamento deriva dall’utilizzo di stufe, in particolare quelle a legna», evidenzia Jacopo Massaro. «Per questo, dal prossimo anno avvieremo un’importante campagna di comunicazione per far conoscere alla popolazione questa problematica, ma serve anche una campagna per la rottamazione di queste stufe con sistemi più efficienti e meno inquinanti. Servono risorse e contributi: per questo chiederemo il sostegno della Regione Veneto, perché si tratta di un investimento in ambiente e in salute che è nell’interesse di tutti».


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