«Terna, o interri la linea o a Belluno non si passa»
BELLUNO. Sul Piave non si passa. Tantomeno sopra le case di Andreane. Con l’ordine del giorno votato ieri, all’unanimità, il consiglio comunale di Belluno ha ribadito la sua contrarietà al progetto degli elettrodotti Terna. Con il documento, condiviso da tutti i capigruppo, si impegnano il sindaco e la giunta a chiedere la revisione del tratto progettuale che interessa il capoluogo. La linea deve essere interrata, senza condizioni. Il documento non dimentica che in altri comuni ci sono criticità, che vanno risolte, ma ribadisce che va salvaguardato il patrimonio paesaggistico e ambientale della provincia. Il progetto di Terna, invece, porterà una linea elettrica sul Piave «con tralicci dell’altezza di oltre 40 metri», si legge nel documento.
Un nuovo ostacolo al volo di soccorso. Tralicci che «saranno il biglietto da visita dei turisti» e che saranno posizionati «nel cono visuale delle prime vette riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’umanità», si legge. I cavi «ricadranno all’interno della superficie conica e orizzontale interna definita dal Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti» e «costituiranno un aggiuntivo ostacolo al volo, come sottolineato anche da numerosi enti che utilizzano lo spazio aereo per le attività di soccorso (Corpo forestale dello Stato, Suem, Vigili del fuoco, Carabinieri, ecc)». Quei cavi «impediranno l’atterraggio di velivoli impiegati dalla Protezione civile, che dovranno atterrare all’aeroporto di Treviso con enorme dilatazione dei tempi di soccorso. Ciò riguarda tutti i Comuni, non solo quello di Belluno».
Comitati in piazza. Il documento arriva a poche ore dalla manifestazione che, questa mattina, porterà in piazza i Comitati civici della Valbelluna, che da cinque anni chiedono di rifare l’intero progetto di Terna. Insieme a loro sfileranno i comitati di Volpago, Scorzé e della Riviera del Brenta, tutti alle prese con progetti di elettrodotti. L’appuntamento è alle 9.30 nel piazzale della stazione. Da qui partirà il corteo, fino a piazza dei Martiri.
«Tutelare paesaggio e sicurezza». L’ordine del giorno è passato all’unanimità. «Esprimiamo così non solo la necessità di tutelare i cittadini di Belluno, ma anche la volontà di farci carico, come Comune capoluogo, di un tema che è di respiro provinciale», spiega il sindaco Jacopo Massaro. «E che si articola sotto il duplice profilo del danno paesaggistico e del danno per la sicurezza di tutto il territorio provinciale. Terna si trincera dietro il parere dell’Enac, che però si basa solo sulle attività di volo dei piccoli velivoli (piper e ultraleggeri). Non considera i mezzi di Protezione civile, C130 e Canadair che atterrerebbero nel nostro aeroporto in caso di calamità naturale. Ogni pilota di questi mezzi conferma che non potrebbero più atterrare da noi se ci fossero i cavi sopra il Piave». In ogni caso, «per il principio di precauzione ogni nuovo ostacolo al volo andrebbe evitato. Non ci siamo mai opposti all’ammodernamento delle infrastrutture elettriche, ma queste devono essere realizzate nel rispetto dell’ambiente, della sicurezza e della salute dei cittadini».
«È un problema di tutti». Giangiacomo Nicolini auspica che la battaglia «venga condivisa da tutti i Comuni, perché il problema non riguarda solo Belluno». Pingitore è ottimista che Terna possa ancora essere fermata, Addamiano ricorda che paesaggio e salute sono tutelati dalla Costituzione mentre Luciano Da Pian (Lega Nord) è combattivo: «Furbescamente si è voluto far passare una cosa per un’altra. Questo progetto non esiste proprio».
«Mi auguro che i Comuni limitrofi non pensino che siamo contro di loro», aggiunge Paolo Gamba. «Non è così». Tutti sono d’accordo che a Ponte nelle Alpi e Soverzene ci sono criticità, ma «bisogna iniziare un ragionamento sui corridoi energetici», dice Paolo Bello (Pd). Anche questo c’è nel documento: avviare un tavolo provinciale per definire i corridoi all’interno dei quali far passare gli elettrodotti.
«Uniamoci». Per Roccon e Marco Ciociano è l’ora che tutto il Bellunese si unisca. «La politica di Terna è divide et impera, alcuni Comuni hanno ragionato sul Mors tua via mea. Qui serve una progettazione di ampio respiro, provinciale», conclude Ciociano. Belluno è in prima linea. Se Terna vorrà fare un elettrodotto, dovrà interrarlo, è scritto nell’ordine del giorno.
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