Terremoti, edifici pubblici sorvegliati con i sismografi
BELLUNO. Si chiama Armonia il progetto Interreg Italia-Austria, partito nei giorni scorsi, che ha come obiettivo quello di fornire delle indicazioni utili ai volontari della Protezione civile in caso di evento sismico. Il fulcro di questo piano sono gli edifici pubblici: cioè con questo studio si cercherà di comprendere come si comportano determinati immobili in caso di sollecitazioni telluriche. E tra le aree interessate dal piano ci sarà anche il Bellunese.
I partner del progetto, del valore di 1.114.000 euro, sono sette: l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale-Ogs, le Università di Udine, di Trieste, di Vienna e di Innsbruck, la Protezione civile della Regione Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Supporto tecnico arriverà anche dal Dipartimento dell’Arpa di Belluno incaricata di installare l’attrezzatura per le rilevazioni.
Come si diceva in questo piano saranno sorvegliati speciali i cosiddetti “edifici sentinella”, cioè quegli edifici che si trovano nelle zone più a rischio che dovranno essere individuate dal comitato scientifico. Una volta scelte le aree, al loro interno si dovranno individuare gli edifici dove “piazzare” i sismografi per le rilevazioni. «Saranno immobili di varie tipologie costruttive: da quelli in mattoni a quelli in cemento armato, e da quelli a pochi piano a quelli più alti», precisano dalla Protezione civile veneta.
Gli immobili saranno scelti tra municipi, scuole, caserme, insomma tra la varia gamma degli stabili pubblici. «Al loro interno, e ad altezze diverse, saranno collocati dei sismografi che, in caso di evento tellurico, registreranno le accelerazioni impresse alla struttura», dicono dal Dipartimento dell’Arpav di Belluno, incaricato proprio di collocare la strumentazione rilevatrice. «Da qui si potranno quindi vedere i danni che edifici simili a quelli studiati potranno riportare nel corso di terremoti e questo servirà ai volontari di Protezione civile per sapere cosa attendersi in determinate condizioni ambientali e quindi come adeguare l’intervento in emergenza».
Alla fine, una volta raccolti tutti i dati necessari, questi saranno rielaborati per costruire un modello di azione utile appunto alle centrali operative di Protezione civile.
Attualmente il piano è tutto da costruire. A disposizione ci saranno tre anni per capire prima di tutto gli strumenti da utilizzare, le aree più a rischio, gli edifici sentinella, e appunto per definire un modello operativo. Alla fine il piano si concluderà con delle simulazioni a livello transfrontaliero tra Italia e Austria.
Questo progetto si aggiunge ed è in continuazione con quello avviato nel lontano 2012 che ha visto come capogila l’Arpav di Belluno, guidata da Rodolfo Bassan, e che ha portato all’installazione di quattro sismografi tra Ponte nelle Alpi, Danta di Cadore, passo Valles a Facalde e all’interno della stessa sede dell’Arpa bellunese. Un progetto volto allo studio dei terremoti per la realizzazione di un catalogo con tutti gli eventi sismici negli ultimi secoli.
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