Terremoto ai vertici della Feinar, lasciano cinque consiglieri
BELLUNO. Terremoto alla Feinar, la società costituita a metà da Confindustria e da Confartigianato. Nei giorni scorsi cinque dei sei membri della giunta sono stati messi nelle condizioni di andarsene, lasciando spazio a nuovi componenti più vicini alla linea di Barbini e di Deon, i due presidenti delle società che formano la Feinar.
Dopo qualche mese di silenzio in cui sembrava essersi placata la crisi all’interno di Confindustria, quella crisi che ha portato all’uscita di scena di oltre una ventina di imprenditori che non si sentivano più rappresentati dall’attuale gestione, è esploso un altro “bubbone”. E secondo le critiche di chi lasciato l’associazione, anche questa mossa segue la linea degli ultimi mesi, cioè puntare su persone che condividano appieno la linea di governo, isolando chi la pensa diversamente.
Ma la vicenda di Feinar evidenzia anche il malessere crescente all’interno di Confartigianato.
Le prime avvisaglie erano comparse qualche mese fa quando il presidente Giacomo Deon aveva tolto la prerogativa della formazione sulla sicurezza al Centro consorzi di Sedico. Una decisione che ha messo in grave difficoltà il Centro che basava gran parte del suo fatturato proprio su questa attività.
Il “bubbone” Feinar è scoppiato il 25 ottobre quando l’assemblea dei soci ha deciso di trasformare la società da federazione a Srl. Il passaggio partirà da gennaio 2017, ma a sorpresa, in anticipo, è stato cambiato il consiglio di amministrazione, meglio sono stati cambiati cinque membri su sei. Al posto del presidente Italo Luigi Tonet, espressione di Confindustria, del vice presidente Luigi Curto nominato da Confartigianato, dei membri di giunta Tiziano De Toffol (artigiani), Marco Giambuzzi, Mario Sommavilla (entrambi degli industriali) sono entrati rispettivamente Luca Barbini e Giacomo Deon, Lorraine Berton (presidente di Sipao), Ezio De Prà (industriali), Ermanno Pizzolato (Artigiani). Confermato al suo posto l’esponente di Confartigianato, Paolo Tramontin (presidente degli edili). Di fronte a un Cda già pronto, agli esclusi non è rimasto altro che andarsene.
Da quanto si sa, Tonet, se da un lato ha rimesso le sue deleghe alle Infrastrutture degli Industriali, un settore strategico visti anche i prossimi appuntamenti di Cortina 2021, ha però mantenuto il suo incarico come vice presidente dell’associazione.
Curto, invece, che da 14 anni era in Feinar con vari incarichi, ha rassegnato le dimissioni in maniera irrevocabile il 3 novembre scorso. «Ho curato direttamente, quando ero presidente, il passaggio di Feinar nella sua attuale sede a Mier ed è stata un’impresa molto impegnativa. Ricordo che il primo di agosto 2014 ho firmato i contratti con Enel», commenta Curto. «Abbiamo sempre amministrato con coscienza la società tanto che il bilancio previsionale del 2016 era positivo». E conclude: «Me ne vado in un momento favorevole per Feinar e auguro buon lavoro a chi entrerà al mio posto». Ora bisognerà capire cosa succederà alla società. Una cosa è certa: i malumori dentro Confindustria e Confartigianato si stanno allargando.
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