Terremoto in Provincia di Belluno, via la presidente
La sconfitta ad Auronzo costringe il consiglio ad indire le elezioni per trovare la nuova guida. Se ne va anche Costa
BELLUNO. Terremoto a palazzo Piloni. Gli effetti delle elezioni comunali di domenica si sono riversati anche sulla Provincia, il cui consiglio dovrà essere modificato.
A cominciare proprio dalla sua presidente: da oggi il capo di palazzo Piloni, Daniela Larese Filon, vista la sconfitta subita per il rinnovo del sindaco di Auronzo, uscirà di scena lasciando il governo alla vice presidente, la prima cittadina di Alano, Serenella Bogana.
Ma non è il solo cambio ai vertici di Palazzo Piloni. Infatti, la mancata ricandidatura nel comune di Feltre del consigliere Ezio Lise prima, e l’uscita dalla compagine comunale di Belluno di Mirco Costa, in seguito alle elezioni di domenica, porteranno ad un cambiamento all’interno della struttura politica di palazzo Piloni di più ampie proporzioni. Oggi infatti alle 16, nel corso del consiglio provinciale, e al cui ordine del giorno c’è la continuazione del percorso per il referendum autonomista di ottobre, ci sarà il primo passaggio di testimone.
Al posto di Lise subentrerà il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, in quanto primo dei non eletti nelle elezioni provinciali che si sono svolte nel gennaio scorso. Padrin era stato il grande escluso ma ora potrebbe essere uno dei più papabili anche per sostituire la Larese.
Ma se sostituire il consigliere Lise è stato semplice, non lo sarà altrettanto per la presidente. Serviranno altre elezioni. Le cariche di consigliere, infatti durano due anni, mentre quelle del presidente quattro. Per la Larese questo era il terzo anno di amministrazione a Belluno. A questo punto, dopo l’elezione del nuovo sindaco di Auronzo, la vice presidente di palazzo Piloni Bogana dovrà indire entro un mese, secondo quanto previsto dalla legge 56/2014, le elezioni, che si potranno svolgere entro i sessanta giorni successivi, vale a dire si dovrà andare a votare entro settembre.
In questi mesi, quindi, i sindaci, solo i sindaci che lo desidereranno e il cui mandato non scada prima dei 18 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni (e sono quindi esclusi Canale d’Agordo e Sospirolo che andranno al voto nel 2018, Pieve di Cadore e Cencenighe che sono commissariati), potranno presentare le loro candidature, che devono essere sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto. Le candidature dovranno essere presentate entro il ventesimo giorno prima delle votazioni.
Il presidente, come è avvenuto tre anni fa, dovrà essere eletto con voto diretto, libero, segreto e ponderato dai sindaci e dai consiglieri in carica nei Comuni. Ma Daniela Larese Filon, come presidente della Provincia, aveva anche altri incarichi, come quello di guida della Dmo, l’organo deputato alla programmazione dei piani di promozione turistica. Qui dovranno essere i consigli di amministrazione a decidere se mantenere il suo incarico o sostituirla.
Resta poi aperta la questione di Mirco Costa che uscirà dal consiglio comunale di Belluno.
A questo punto le ipotesi sono due: o il consiglio provinciale deciderà di sostituire anche Costa con un consigliere che dovrà essere indicato dal comune capoluogo, oppure non è escluso che, vista la situazione, gli amministratori decidano di ritornare alle urne. In questo caso decadrebbe tutto l’organo politico di palazzo Piloni e si dovrebbe tornare a rifare tutte le operazioni che si sono eseguite all’inizio di quest’anno per le elezioni. L’uscita della presidente da palazzo Piloni in questo momento delicato potrebbe allungare i tempi di alcuni progetti, come quello del referendum autonomista che era stato voluto proprio dalla Larese.
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