Terreni della Part Magra soluzione dopo decenni
AGORDO. Oltre 70 anni per diventare effettivi proprietari della “Part Magra” in Framont. Il consiglio comunale di Agordo di giovedì ha approvato una delibera che finalmente sana una situazione legata a terre di suo civico e che riguarda loro malgrado dei privati che hanno avuto in uso queste proprietà per decenni in base ad atti di compravendita risalenti agli anni Quaranta.
«Mio nonno Serafino Benvegnù – racconta la nipote Marinella – aveva acquistato dal Comune quel terreno sotto il Framont nel 1944. C’è l’atto di compravendita che lo testimonia. Era la cosiddetta “Part Magra” che, come dice il nome, non aveva chissà che valore economico». Serafino, però, assieme al fratello, il valore glielo aveva dato con il duro lavoro già da prima del 1944.
«Un’altra carta – spiega Marinella – dice come mio nonno nel 1924 pagasse un affitto al Comune per il pascolo su questo terreno di uso collettivo. Quanto ha lavorato per poter mettere da parte i soldi per acquistarlo». Una storia come tante, quella di Serafino, che parlano della laboriosità della gente agordina e di una civiltà che per secoli, come ha ricordato in consiglio comunale il consigliere Roberto Chissalè, ha fondato la propria economia sulla pastorizia, sull’agricoltura e sul bosco. Ma anche una storia singolare perché Serafino è morto ignorando che quel terreno che aveva acquistato sudando per la legge non era suo.
La questione è stata spiegata in consiglio dal tecnico comunale Sergio Benvegnù: «Il riordino degli usi civici è iniziato nel 1980; successivamente, nel 1994, la Regione ha votato la legge 31 per definire le modalità di riordino. Si è detto che, nell’ambito dell’alienazione di queste terre, qualora i Comuni non fossero stati in possesso dei terreni o dovevano fare un riordino o non avrebbero più potuto alienare i terreni stessi».
Ad Agordo la delibera è del 2003. «Il lavoro fatto dal geometra Olivotto – ha detto Benvegnù – è stato immane: è partito addirittura dal 1813, dal catasto napoleonico». E ha portato alla luce anche situazione particolari, come quelle di alienazioni non autorizzate («Gli usi civici – ha detto Benvegnù – sono inalienabili, inusocapibili e incommerciabili») che vanno reintegrate nel demanio civico del Comune, ma in alcuni casi, laddove ci siano degli atti che dimostrano l’acquisto, il Comune può arrivare alla conciliazione con i privati. È appunto il caso dei terreni di Serafino Benvegnù: quello citato e un altro che nel 1942 aveva comprato da un altro privato che precedentemente lo aveva acquistato dal Comune.
Ora Comune e privato dovranno sottoscrivere l’atto di conciliazione che sarà trasmesso alla Regione per l’approvazione e omologazione. Le richiedenti, sborsando altri soldi, entreranno finalmente in possesso dei terreni di nonno Serafino.
Gianni Santomaso
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