Territorio, allevatori in rivolta pronti a presidi di alcuni giorni

Abbandono del territorio e situazione del settore sono stati discussi durante una riunione a Tisoi Chiedono di aprire un tavolo di confronto con gli enti sulla crisi del latte. Coordinamento fra le realtà
Di Martina Reolon
20090130 - ROMA - ECO - PARMALAT: CRESCE INCERTEZZA TRA ALLEVATORI, DEBITO 120 MLN - Mucche all'interno di una stalla in una foto di archivio. ..Il Consiglio dei Ministri ha approvato, secondo quanto si apprende da fonti governative, il decreto legge sulle quote latte presentato dal Ministro delle Politiche agricole alimentarie e forestali Luca Zaia..Il Decreto sulle quote latte sana una vicenda che si trascina da 25 anni e che solo nella campagna ..lattiera 2007-2008 e' costata all'Italia 160 mln di multe. Il decreto arriva dopo un accordo con Bruxelles siglato il 20 novembre scorso e che ha attribuito all'Italia 620.000 tonnellate di produzione in piu' per un valore di mercato di circa 240 milioni di euro. .. EVERETT K. BROWN/ANSA-ARCHIVIO/ KLD
20090130 - ROMA - ECO - PARMALAT: CRESCE INCERTEZZA TRA ALLEVATORI, DEBITO 120 MLN - Mucche all'interno di una stalla in una foto di archivio. ..Il Consiglio dei Ministri ha approvato, secondo quanto si apprende da fonti governative, il decreto legge sulle quote latte presentato dal Ministro delle Politiche agricole alimentarie e forestali Luca Zaia..Il Decreto sulle quote latte sana una vicenda che si trascina da 25 anni e che solo nella campagna ..lattiera 2007-2008 e' costata all'Italia 160 mln di multe. Il decreto arriva dopo un accordo con Bruxelles siglato il 20 novembre scorso e che ha attribuito all'Italia 620.000 tonnellate di produzione in piu' per un valore di mercato di circa 240 milioni di euro. .. EVERETT K. BROWN/ANSA-ARCHIVIO/ KLD

BELLUNO. Un vero e proprio “grido” d’allarme affinché si eviti un rischio concreto: l’abbandono del territorio. È quello lanciato dagli allevatori bellunesi, alcuni dei quali si sono incontrati lunedì scorso, a Tisoi di Belluno, per discutere della situazione alquanto critica in cui versa il settore e per programmare quelle che saranno le prossime azioni.

Tra queste una manifestazione, che si terrà nel mese di marzo, con la partecipazione attiva degli allevatori e con il patrocinio delle province di Belluno, Sondrio e Verbania.

«Stiamo definendo i dettagli, ma l’intento è di portare avanti a Belluno un vero e proprio presidio che duri 2-3 giorni, per aprire un tavolo di discussione con i diversi enti attivi in provincia e con la Regione», precisa Gianni Slongo, titolare dell’azienda “San Giacomo” di Feltre e promotore di un comitato di crisi del latte super partes, che punta a dare voce ai produttori di tutte le associazioni agricole.

«Il concreto e reale pericolo è che il nostro territorio venga abbandonato. Urgente, quindi, trovare un riscontro istituzionale. Abbiamo in programma un’audizione alla commissione Agricoltura della Camera: con il supporto di un esperto dell’Università di Padova chiederemo che Belluno, insieme a Sondrio e Verbania, abbia finalmente le risorse previste dalla legge sulla specificità». «Vista la situazione drammatica», continua, «dobbiamo mettere insieme le forze per agire a livello regionale, nazionale e anche comunitario (il 4 febbraio, alla Fieragricola di Verona, si è svolto un incontro programmatorio con Sondrio e Verbania al fine di avviare una collaborazione tra realtà zootecniche simili dell’arco alpino per trovare e proporre soluzioni al problema costo-latte-litro in montagna, ndr)».

Il ruolo dell’allevatore di montagna (e il reddito che a esso ne deriva) non consiste solo, come ribadito più volte nel corso della riunione, nella produzione del latte, della carne o del formaggio, ma anche nella manutenzione del territorio, con l’obiettivo di preservarne bellezza e integrità. Mantenere il presidio delle stalle in montagna, infatti, significa garantire un sistema economico che ha radici storiche lontane ed è fondato sul mantenimento dell’asse pascolo-foraggere-ruminanti.

«Le aziende in provincia sono circa 240», dice ancora Slongo, «e sono 46 mila gli ettari utilizzati. Se perdiamo questo, nel giro di una decina d’anni o anche meno il territorio sarà destinato a un degrado irreversibile, anche dal punto di vista dell’equilibro idrogeologico». E gli allevatori hanno proposto di realizzare, per il 2017, un calendario fotografico con delle immagini significative sulle attività svolte dalle aziende del settore presenti sul territorio. In programma anche un incontro con esperti per far crescere la consapevolezza dell’importanza di consumare prodotti locali: «Se consumiamo prodotti del nostro territorio allora vediamo sfalciato un metro quadrato di prato, altrimenti no», sottolinea Slongo a titolo esemplificativo.

Nel corso dell’incontro di lunedì il consigliere provinciale Fabio Bristot ha evidenziato il ruolo fondamentale del settore zootecnico per una corretta gestione e difesa ambientale, con ricadute positive anche sul piano turistico. La proposta che la Provincia si impegna a portare avanti è promuovere delle delibere a livello comunale, allo scopo di creare massa critica. Ma anche di informare e coinvolgere qualche politico e amministratore al fine di intervenire in modo proficuo nel settore.

Gli allevatori, da parte loro, intendono fissare un incontro con il consiglio direttivo del Bim per chiedere un aiuto-contributo immediato al comparto zootecnico, tradotto in 1-2 centesimi per litro di latte.

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