Tetto fotovoltaico, chiesta una perizia
di Alessia Forzin
TRICHIANA
Sul tetto delle scuole elementari di Trichiana c'è un bell'impianto fotovoltaico da 20 kiloWatt di potenza. Quando fu installato, si pensava che avrebbe permesso di risparmiare sulla bolletta dell'energia, e di guadagnare qualche soldo con gli incentivi. Peccato che dei 90 pannelli, 60 siano “bruciati”.
«Ce ne siamo accorti lo scorso giugno, verificando che le entrate del conto energia non erano in linea con quello che ci aspettavamo», spiega il sindaco Giorgio Cavallet, che ora vuole vederci chiaro, e ha dato incarico a un legale di richiedere un accertamento tecnico preventivo al Tribunale di Belluno. Non si tratta di una causa, non ancora almeno, ma l'amministrazione vuole capire di chi siano le responsabilità del malfunzionamento dell'impianto. I pannelli sono stati installati nel 2009, «e dovrebbero avere una durata ventennale», continua Cavallet. «Come mai se ne sono bruciati sessanta?». Cioè due terzi.
La giunta Cavallet ha così deciso di promuovere un ricorso, come si legge nella delibera approvata poche settimane fa, «per accertamento tecnico preventivo avanti al Tribunale di Belluno».
L'incarico di patrocinio legale è stato affidato dall’amministrazione trichianese all'avvocato Giorgio Morales, che ha già chiesto al tribunale di nominare il tecnico che dovrà fare tutte le verifiche.
«E' una cosa piuttosto antipatica», sottolinea il primo cittadino. «Non solo perché l'impianto è nuovo, e perché ci abbiamo rimesso dei soldi sugli incentivi, ma anche perché la scuola ha consumato energia, com'è ovvio, che non proveniva dall'impianto». Le bollette, insomma, visto che dal fotovoltaico c'è stata pochissima produzione, sono state salate. Il sindaco ha fatto una stima dei danni: «Almeno 20-25 mila euro», continua. «L'impianto avrebbe dovuto produrre sui 1500-2000 euro al mese di incentivi. Ci sono stati dei mesi in cui non è arrivato un euro. Al momento non so di chi sia la colpa, per questo abbiamo richiesto un accertamento che consenta di appurare le responsabilità». La nomina del tecnico dovrebbe arrivare in un paio di settimane. «Quando avrà effettuato le verifiche necessarie e ce le avrà comunicate, cercheremo di accordarci con il responsabile del danno», conclude Cavallet. «Se non troveremo un accordo, dovremo cambiare strategia». Il che significa far partire una causa legale, che però il sindaco si augura di evitare: «Spero che questa “rogna” si risolva in fretta», ammette.
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