Ticket, c’è un milione da riscuotere

Sono 29mila le pratiche aperte per una spesa di 40 mila euro solo per la spedizione di lettere e raccomandate
Di Laura Milano

FELTRE. Quarantamila euro, fra lettere standard e raccomandate con ricevuta di ritorno, per rientrare di quasi un milione di euro di prestazioni non pagate. Una voce di costo, quella per le pratiche postali affidate a un'agenzia di Poste italiane, che l'Usl ha messo in conto per poter rientrare di buona parte del credito vantato nei confronti dei cittadini insolventi. Quelli, e sono tanti, che non pagano subito il ticket per prestazioni (mediamente stimato in 36 euro) e che si fanno mandare a casa. La prima lettera dove si allega il bollettino postale per il versamento, è standard. E costa all'Usl, novanta centesimi. Se entro trenta giorni, il debito non viene saldato, arriva la raccomandata che costa molto di più, oltre quattro euro. Nel 2014 gli inviti standard sono stati 25 mila. E i solleciti, quelli che se inevasi aprono le porte a Equitalia, circa quattromila. Del resto, l'abitudine di non pagare subito e farsi mandare il conto a casa, pare sia aumentata negli ultimi anni. E può essere legato anche alla crisi della “terza settimana”, quando tanti cittadini si sentono strozzati dall'evidenza di non riuscire a pagare tutto entro la fine del mese e così traslano al mese successivo le spese che si possono pagare dopo. Come appunto una visita specialistica, un'indagine radiologica. E se questa è un'interpretazione confermata da chi lavora in ospedale e raccoglie le richieste degli utenti di poter “pagare dopo” la prestazione, non mancano nemmeno quelli che accumulano debiti per malvezzo. E finiscono per non pagare mai, cioè per pagare in ultraritardo solo perché costretti. E c'è una percentuale, sia pure minima, di vagabondi, senza tetto, disordinati a livello sociale che subiscono sfratti esecutivi, cambiano casa, non comunicano il nuovo domicilio spesso di fortuna, per cui all'anagrafe sanitaria risulta una residenza dove arrivano solleciti che nessuno leggerà mai. Ma se l'azienda “investe” tanti soldi in spese postali, è ovvio che rientra quasi del tutto del credito vantato. E ventinovemila invii complessivi in un anno, fra lettere standard e solleciti, non sono poi una cifra tanto impressionante, se solo si fanno due conti sulla giornata tipo in un ospedale come il Santa Maria del Prato. Ogni giorno le visite specialistiche sono di media trecento, i prelievi di laboratorio altrettanti e alcune centinaia sono le prestazioni radiologiche. Nella giornata tipo in un ospedale per acuti, ormai non sorprende più il numero di accessi al pronto soccorso che si attesta sulle ottanta visite fra urgenti, mediamente urgenti e per nulla urgenti.

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