Topi d’auto e bracconieri, il Piave chiede aiuto

Paoluzzi del Bacino 10: «Colpite le auto di due soci lasciate vicino all’argine». Le guardie hanno sanzionato alcuni pescatori stranieri privi di licenza

QUERO VAS. Un finestrino rotto, una portiera forzata e un bottino magro: la stagione di pesca sta toccando il suo apice in questi giorni e il Piave, oltre a richiamare numerosi pescatori richiamati dalla pescosità delle acque nel tratto di competenza del Bacino 10, nonché altrettante famiglie più semplicemente alla ricerca di un po' di refrigerio, diventa anche un punto di attrazione anche per i malintenzionati che approfittano delle auto lasciate incustodite, magari in un luogo defilato, per tentare di rubare ciò che viene lasciato all'interno. Che non è granché, a dire il vero, perché ormai tutti o quasi hanno capito l'antifona per cui nell’abitacolo si lasciano qualche spicciolo, le sigarette e magari un paio di occhiali. Ma tornare alla propria auto e ritrovarla danneggiata non fa mai piacere. La riparazione costa sicuramente di più della refurtiva.

Le vittime sono due soci del Bacino 10, uno residente in provincia di Treviso e l'altro in provincia di Verona, i quali hanno chiuso la loro giornata di pesca con l'amaro in bocca. La zona è quella della passerella sul Piave, in comune di Quero Vas, particolarmente gettonata sia dagli appassionato con stivali e canne da pesca, sia da chi cerca un posto al sole comodo e a basso costo. I due episodi sono accaduti nel fine settimana ripropongono il problema di un maggiore pattugliamento della zona da parte delle forze dell'ordine e della polizia provinciale.

I carabinieri della compagnia di Feltre erano presenti domenica pomeriggio per un posto di controllo, ma l'auspicio del presidente del Bacino 10, Mattia Paoluzzi, è che la presenza venga incrementata: «La zona è molto bella e ci sono molte presenze, soprattutto nei fine settimana. Questi piccoli furti gettano discredito allontanando pescatori e turisti ed è un peccato. Sarebbe bene che anche la polizia provinciale incrementasse i servizi. Noi cerchiamo di fare il possibile con le nostre guardie, ma non è semplice tenere lontani i topi d'auto e i bracconieri».

In queste settimane, infatti, c'è un'impennata di pescatori abusivi lungo le sponde del Piave: «Si tratta soprattutto di stranieri che si mettono a pescare senza licenza né permessi. Negli ultimi dieci giorni abbiamo sanzionato o fatto allontanare due cinesi, un rumeno, un colombiano e proprio domenica un gruppo di moldavi. Tutti sostengono di non sapere nulla dei regolamenti malgrado vi siano numerose tabelle. La contravvenzione parte da 166 euro, ma poi è tutto da vedere se vengono davvero pagate. Spesso l'ultima residenza nota non fa più testo, rintracciare le persone diventa difficile e si rischia di mettere in moto un meccanismo burocratico che ha dei costi e che magari si conclude senza incassare il dovuto. So per certo che in passato qualcuno non è più stato rintracciato, mi auguro che le ultime sanzioni comminate vadano a buon fine».

Da ultimo resta il problema di chi usa l’area del Piave come discarica abusiva. Gli ultimi ritrovamenti sono alcuni pneumatici abbandonati con tanto di cerchione. L’ennesimo episodio di un malcostume messo in pratica nelle ore notturne quando gli argini del Piave diventano ancora più difficili da controllare.

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