Tordi, sparvieri civette e un cuculo finiscono nella rete per il censimento

Via alla campagna di “inanellamento” dei volatili in transito. In un anno catturati 2.800 esemplari di 57 specie diverse



I primi a finire nelle reti sono stati i pettirossi, un codirosso spazzacamino, due tordi e tre tordele. Sul monte Pizzoc è iniziata la stagione di cattura 2019. Cattura e inanellamento, ben s’intende, nell’ambito del progetto Alpi, per studiare le migrazioni degli uccelli provenienti dal Nord Europa e dalla Siberia e diretti verso il Mediterraneo.

Il monte Pizzoc, infatti, si trova su una delle più importanti rotte europee di volo dei passeriformi e proprio per questo la montagna sopra Vittorio Veneto è esclusa dall’attività venatoria. Andrea Favaretto vi dirige la stazione di cattura, all’interno di un programma di ricerca pluriennale coordinato da Ispra e Muse. Il progetto, cofinanziato dall’associazione nazionale “Libera caccia” e dalla Provincia, è iniziato operativamente il 21 settembre e viene portato avanti da un gruppo di inanellatori e da molti collaboratori, soprattutto studenti di materie scientifiche legate alla protezione e alla conoscenza delle specie animali. Sono tutti ospiti dei Carabinieri forestali del Cansiglio.

La prima alba è stata domenica mattina. Sono incappati nelle reti una civetta capogrosso e un gufo comune, una nocciolaia, un fiorrancino, una passera scopaiola e uno sparviere. All’alba di ieri, invece, ecco, tra gli altri, un cuculo, tornato dopo sei anni di assenza, e un frosone. «L’anno scorso», dice Favaretto, «sono stati catturati 2.809 individui, appartenenti a 57 specie. Le giornate di attività sono state 42, per una media giornaliera di 67 esemplari catturati. Il picco della migrazione si è manifestato dopo il 15 ottobre e la specie più catturata è stata il pettirosso, con 809 individui inanellati, seguita dal fringuello e dal codirosso spazzacamino».

Non sono mancati gli allarmi per alcune specie che sembrano in difficoltà quali il tordo bottaccio, il merlo e soprattutto la pispola, che ha registrato l’anno scorso solo 7 catture, a fronte di quasi 100 del 2017. «Sarà importante indagare se il calo sia stato limitato a questa stagione oppure se la specie, già definita in cattivo stato di conservazione a livello globale, è effettivamente in difficoltà», evidenzia Favaretto.

Ricostruire i viaggi degli uccelli inanellati – spiegano i collaboratori di Favaretto – consente di definire le loro rotte di migrazione e le aree di sosta, fornendo così informazioni di base per pianificare sistemi integrati di aree protette. Gli uccelli che vengono inanellati attualmente nella sola Europa sono circa 4 milioni.

Dopo essere stati rimossi dalla rete o dalla trappola, i volatili sono generalmente tenuti in morbidi sacchetti in cotone o in apposite scatole, dove rimangono tranquilli prima di essere identificati, inanellati, esaminati e immediatamente liberati. Molti uccelli, spiega ancora Favaretto, hanno anelli colorati con numeri che possono essere facilmente letti attraverso un cannocchiale. —

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