Torino riapre il fronte sulle sedi delle gare olimpiche

Il nuovo presidente della Regione Piemonte parlerà con Malagò sulla possibilità di ospitare alcune competizioni
Foto Ufficio Stampa Palazzo Marino/LaPresse 06/04/2019 Milano (Italia) cronaca La commissione del Cio per la candidatura di Milano Cortina alle Olimpiadi Invernali del 2026 a Palazzo Marinonella foto: Luca Zaia, Attilio Fontana, Giovanni Malagò, Giuseppe SalaDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE
Foto Ufficio Stampa Palazzo Marino/LaPresse 06/04/2019 Milano (Italia) cronaca La commissione del Cio per la candidatura di Milano Cortina alle Olimpiadi Invernali del 2026 a Palazzo Marinonella foto: Luca Zaia, Attilio Fontana, Giovanni Malagò, Giuseppe SalaDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE



A una settimana circa dall’assegnazione delle Olimpiadi 2026, ecco un nuovo “assalto”.

È del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. «I Giochi invernali non sono persi, ne ho già parlato con il presidente del Coni Malagò giovedì pomeriggio ad Asti, e credo ci siano spazi per recuperare un ruolo per Torino e per le nostre montagne».

Se il 24 giugno vincerà il tandem Milano-Cortina, Cirio offrirà a Giovanni Malagò, presidente del Coni, la piena disponibilità dell’impianto di bob a Cesana e l’Oval a Torino per il pattinaggio, oltre alle piste di snowboard a Bardonecchia. Il neopresidente si è detto convinto di poter convincere i suoi colleghi del centrodestra del Veneto e della Lombardia che val la pena risparmiare, avvalendosi dell’infrastrutturazione sciistica piemontese del 2006.

Sia il governatore Luca Zaia che il sindaco Gianpietro Ghedina hanno detto che se c’è una cosa irrinunciabile, questa è la pista di bob, la nuova “Eugenio Monti” di Cortina. Ma, adesso, è tempo solo di concentrarsi sul 24 giugno, quando alle 18, presso la sede del Cio a Losanna, sarà assegnata la sede dei Giochi.

PRONOSTICI

I pronostici ci danno favoriti, 55 per cento, ma è sempre meglio tenere gli occhi bene aperti per evitare sorprese. A votare saranno in 86: per vincere servono almeno 44 voti. Probabilmente qualcosina in meno (42 o 43) se, come è tradizione, alcuni membri Cio non si presenteranno e il quorum si abbasserà.

L’affluenza potrebbe essere elevata, poiché alla vigilia della scelta verrà inaugurata la nuova sede del Cio al D Castello di Vidy. In questi giorni il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si è dichiarato molto fiducioso.

I NUMERI

La famiglia olimpica è formata da 95 membri ordinari e 45 onorari. Il diritto di voto spetta solo ai primi, ma con alcune eccezioni. Sono esclusi gli italiani Franco Carraro, Ivo Ferriani e Giovanni Malagò, gli svedesi Stefan Holm e Gunilla Lindberg, lo sceicco kuwaitiano Ahmad Al Sabah, l’irlandese Patrick Hickey e l’ex velocista namibiano Frank Fredericks. È consuetudine poi che il presidente del Cio si astenga.

Di conseguenza, in caso di affluenza al 100% i votanti saranno 86. Come dire che vincerà chi conquisterà 44 preferenze. 34 sono gli elettori europei, 17 gli americani, altrettanti gli asiatici, 12 gli africani, sei gli oceanici. Otto sono gli elettori espressione di famiglie reali: dalla principessa Nora del Liechtenstein al principe Alberto di Monaco, dalla principessa Anna d’Inghilterra al Granduca del Lussemburgo, passando per lo sceicco Al Thani, i principi Federico di Danimarca e Feisal di Giordania, fino al principe del Bhutan Jigyel Wangchuk. La maggioranza di loro presumibilmente sarà per la Svezia.

Tredici sono invece i membri componenti della Commissione atleti, con l’ex nuotatrice dello Zimbabwe Kirsty Coventry, la tiratrice slovacca Danka Bartekovà, la russa Yelena Isinbayeva e l’ex canoista francese Tony Estanguet, il nuotatore ungherese Daniel Gyurta e la fondista statunitense Kikkan Randall.

Undici sono gli elettori in quanto presidenti di Federazioni internazionali: dallo svizzero René Fasel dell’hockey ghiaccio al turco Ugur Erdener dell’arco, dalla spagnola Marisol Casado (triathlon) al francese Jean Christophe Rolland (canottaggio).

E ancora: i presidenti di comitati olimpici nazionali e di associazioni continentali. Considerando l’intera famiglia, il più anziano in carica è l’avvocato canadese Richard Pound, eletto nel 1978, il più giovane è Giovanni Malagò, in carica dal 1° gennaio di quest’anno.

CHI SARÀ PRESENTE

Una settantina i componenti della delegazione italiana a Losanna. Fra i primi a raggiungere la città svizzera saranno, già il 21 giugno, il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, e il suo vice Luigi Alverà. Troveranno sul posto gli ambasciatori del presidente Malagò. Domenica, al più tardi lunedì saranno raggiunti dal governatore Luca Zaia. Non è sfumata la speranza che – a bilanciare la presenza dei reali di Svezia – ci sia almeno il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Di sicuro ci sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha spiegato che farà il possibile per esserci. Per destare una buona impressione al centro congressi di Losanna, la delegazione italiana sarà vestita da Armani e composta anche da sportivi del presente (Arianna Fontana e Sofia Goggia) e del passato (Alberto Tomba).

Le presentazioni della candidatura lombardo-veneta saranno inframmezzate dal video di Marco Balich, mentre l’inno sarà scritto da Mogol e musicato da Ennio Morricone. Prima della presentazione emozionale ci sarà spazio per quella tecnica a porte chiuse. A porte chiuse, invece, la presentazione tecnica, nel corso della quale sarà data rassicurazione su alcuni aspetti critici: lo sdoppiamento dello sci tra Cortina (donne) e Bormio (uomini), il costo dell’impianto del bob di Cortina, il futuro dell’anello ghiacciato di Baselga di Piné. —


 

Argomenti:olimpiadi 2026

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