Torna la minaccia austriaca per l’Acc mercato a rischio e sindacati in allarme

In Valbelluna rischia di saltare anche Ideal Standard e la Regione teme che ci sia l’intenzione di portare tutto in Bulgaria 

Francesco Dal Mas

BORGO VALBELLUNA

Trema la Valbelluna. Due delle sue industrie-gioiello hanno un orizzonte quanto meno nuvoloso.

La Commissione Europea ha accolto l’istanza del colosso giapponese Nidec di acquisire la linea di produzione del compressore per refrigerazione domestica dello stabilimento austriaco di Fürstenfeld, che la Secop sua proprietaria avrebbe dovuto chiudere il prossimo mese di giugno.

la valbelluna

L’Acc di Mel, dunque, dovrà rivedersela con un pericoloso concorrente e rischia di soccombere. L’Ideal Standard di Trichiana potrebbe finire in Bulgaria. Questo, almeno, è il timore della Regione Veneto, manifestato dall’assessore Elena Donazzan, che in queste ore è infuriata perché l’azienda di Trichiana riaprirà solo il 29 giugno dopo il lockdown.

L’acc di mel

Sul fronte Acc la decisione europea relativa a Nidec ha sorpreso i mercati, perché era stata proprio la Commissione, soltanto alla fine dell’anno scorso, a imporre a Nidec di cedere Secop per evitare una concentrazione monopolistica nel comparto del compressore a velocità variabile. I contenuti della decisione non sono ancora noti, in particolare se Nidec sia autorizzata a produrre solo compressori tradizionali (a velocità fissa) o anche quelli a velocità variabile.

In ogni caso, la notizia è deflagrante per lo stabilimento di Mel, che sperava di poter mettere le mani sulla quota di mercato di un milione e mezzo di compressori che sarebbe stata resa contendibile dalla chiusura dello stabilimento di Fürstenfeld.

Ora non solo quell’opportunità si chiude bruscamente, ma Nidec può servire il mercato tedesco di alta gamma (Bosch, Liebherr, ecc. ) da una posizione geograficamente baricentrica e aggredire con un ulteriore volume di fuoco le residue quote di mercato di Acc sospingendola in una condizione di totale irrilevanza. Lo stabilimento austriaco fu attivato ancora dal Gruppo Electrolux Zanussi, beneficiando di cospicui fondi pubblici messi a disposizione dal governo regionale della Stiria, nell’ambito del disegno “imperiale” di espansione della propria componentistica per elettrodomestico: in effetti, a metà degli Anni Novanta, il Gruppo divenne leader mondiale con il 30% della produzione, superando colossi come Embraco e Matsushita.

la guerra economica

Dagli Anni Duemila, però, è cominciata una guerra fratricida fra Mel e Fürstenfeld, praticamente “gemelli” per volumi e prodotti: durante la sventurata gestione (2003 – 2013) dei fondi speculativi, il sito stiriamo veniva sistematicamente favorito lavorando a pieno regime a scapito di quello bellunese i cui lavoratori venivano collocati a spese dello Stato in Cig (istituto sconosciuto in Austria).

Poche settimane prima dell’insolvenza, nell’aprile 2013, l’allora boss di Acc Luca Ramella vendette a Secop la fabbrica austriaca. Da lì è cominciata una guerra senza esclusione di colpi, con denunce penali per concorrenza sleale da parte di Mel e con richieste di blocco nell’utilizzo dei brevetti da parte di Fürstenfeld (ma la magistratura tedesca ha dato ragione a Mel). Con la chiusura di Secop, Mel sembrava aver vinto: ma ora la partita ricomincia. E il fatto che Nidec sia guidata dal triestino Taranzano, già amministratore delegato di Mel nell’epoca buia dei fondi speculativi e sempre oltremodo aggressivo nei confronti della sua ex-creatura dalla quale era stato allontanato, conferisce alla vicenda il gusto avvelenato di una saga televisiva.

il sindacato

È allarmatissimo il sindacato. «Con il colosso Nidec nuovamente “installata” in Austria e le conseguenti prevedibile reazioni degli altri colossi del settore i rischi per il futuro industriale dello stabilimento di Mel aumenteranno in modo esponenziale – sottolinea Stefano Bona della Fiom – e quindi diventa ancor più indispensabile e inderogabile la nomina di un commissario straordinario di comprovata esperienza industriale, evitando di affidare le sorti di Mel a soggetti inesperti del settore e/o totalmente ignari di industria».

A poche ore dalla nomina del commissario straordinario il sindacato richiama tutti gli attori coinvolti agli impegni presi in ogni sede per il raggiungimento di questo straordinario risultato, che sarebbe imperdonabile vanificare con scelte non in linea con il percorso sin qui condiviso. E pone degli obiettivi imprescindibili.

il terzo polo a mel

Anzitutto il posizionamento strategico di Mel come “terzo polo” del compressore domestico, in alternativa al duopolio Nidec Jiaxipera per offrire ai grandi produttori il riferimento di un partner, e non solo di un fornitore, superiore alla concorrenza per qualità, flessibilità e innovazione.

E poi, l’incremento dei volumi per aumentare la saturazione degli impianti e ridurre i costi generali, in particolare il rientro delle produzioni delocalizzate in Cina dalla gestione Wanbao per elevare i livelli qualitativi della produzione abbassare i livelli di rischio geo politico e promuovere lo sviluppo dell’indotto territoriale. —

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