«Tornare al voto sarebbe una follia»

Tranne il M5S, tutti i parlamentari bellunesi bocciano l’ipotesi di luglio: «Responsabilità per il bene del Paese»
Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse 27-03-2018 Roma - Italia Politica Mattarella con gli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di restituzione della bandiera degli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di PyeongChang 2018, oggi 27 marzo 2018. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE
Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse 27-03-2018 Roma - Italia Politica Mattarella con gli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di restituzione della bandiera degli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di PyeongChang 2018, oggi 27 marzo 2018. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

BELLUNO. «L’incarico di governo arriverà entro la settimana e per quest’anno non si tornerà al voto». Parola di Dario Bond. Sono ore di attesa per i parlamentari che cercano di predire il futuro interpretando le parole dei loro leader politici. Ieri Salvini e Di Maio hanno chiuso la porta a un governo “neutrale”, chiedendo di tornare alle urne l’8 luglio, una prospettiva improbabile, visto che le Camere vanno sciolte 60 giorni prima delle elezioni e che con la stessa legge elettorale c’è il rischio di ritrovarsi punto e a capo. L’ipotesi non piace a nessuno e sembra una provocazione per sbloccare lo stallo, ma a questo punto tutto può succedere.

«È semplice», afferma in controtendenza il deputato di Forza Italia, Dario Bond. «Il governo si farà, bisogna solo capire quanto rimarrà in carica e con quale maggioranza. La cosa più giusta sarebbe dare l’incarico al centrodestra, ma bisogna capire chi ha più chance di costruire una maggioranza». Bond è convinto che le elezioni non sono imminenti: «Quest’anno non si va assolutamente a votare, perché prima di tutto bisogna fare una nuova legge elettorale. Una soluzione, di qualsiasi tipo, si troverà».

Ha meno certezze, ma condivide l’idea che a luglio non si voterà, il deputato del Partito Democratico, Roger De Menech: «Non è cambiato nulla e Mattarella ci penserà bene, ma un incarico, anche se a fallire, lo deve dare. Visto che il nome neutro non ha trovato appoggio, credo che l’ipotesi più probabile sarà l’incarico a Salvini o a qualcun altro del centrodestra. Io credo che le parole di Di Maio confermano che questo Paese non sarà mai normale finché vivremo in una perenne campagna elettorale. L’atteggiamento di alcuni leader politici è tutto impostato sul consenso, sui voti da prendere o da perdere. Al centro non hanno l’interesse del Paese, ma quello personale e sembra che siamo già in campagna elettorale. Secondo me il Pd ha fatto bene a restarne fuori, ma siamo rispettosi delle scelte e delle prerogative del presidente Mattarella». De Menech ricorda che ci sono delle urgenze: «C’è da sterilizzare l’iva, scongiurando l’aumento e serve una nuova legge elettorale, ma a qualcuno non interessa. Se torneremo a votare senza questi due passaggi, deve essere chiaro di chi è la responsabilità».

Scalpita per una soluzione il deputato della Lega, Mirco Badole, che dice chiaramente come sta vivendo questa lunga e inoperosa attesa: «La sto vivendo male! Siamo lì con un sacco di voglia di fare e invece siamo sempre più lontani da una situazione e l’attività in aula è poco più che fittizia. Per un sindaco è molto frustrante tutto ciò. Fino a qualche settimana fa ero certo che non saremmo tornati a votare presto, perché non cambierebbe niente e sarebbe una pazzia sprecare tempo e denaro, ma adesso non ne sono più tanto sicuro. Credo che il Movimento 5 Stelle dovrebbe capire che il mondo non gira attorno a loro, Di Maio che strepita “o io o nessuno” è da disperazione».

È ovviamente di parere opposto il deputato del Movimento 5 Stelle, Federico D’Incà: «Noi abbiamo cercato di dare prova di grande maturità e responsabilità. L’accordo è stato cercato sia con la Lega che con il Pd, perché noi da soli non abbiamo i numeri, ma non è andata a buon fine a causa dei diktat di Berlusconi e Renzi. Di Maio ha fatto un passo indietro, dimostrando che non ci sono interessi personali, ma solo la volontà di dare un governo al Paese. A questo punto bisogna tornare al voto il prima possibile. Abbiamo il massimo rispetto per il presidente Mattarella e tutto è nelle sue mani, ma più di quello che abbiamo già fatto con grande maturità non possiamo fare. Perciò è meglio andare a votare, con questa legge elettorale, e sarà una sorta di ballottaggio tra Salvini e Di Maio».

Per l’unico senatore bellunese, Paolo Saviane della Lega: «Serve un governo per risolvere alcune incombenze, come scongiurare l’aumento dell’iva, ma la situazione sembra sempre più complicata. L’Italia merita risposte e in questi 65 giorni Salvini è sempre rimasto coerente, ma non tutti hanno dimostrato la stessa responsabilità. Salvini ha anche fatto un passo indietro quando è stato il momento di scegliere i presidenti delle Camere, in nome di un accordo di governo, ma gli altri partito lo hanno già dimenticato, da parte loro manca la disponibilità al compromesso». Saviane ricorda che la legge elettorale è chiara: «Premiava le coalizioni e, anche se il M5S ha preso tanti voti, è stato il centrodestra a vincere le elezioni. Quindi dovrebbe essere semplice: l’incarico va dato alla coalizione che è arrivata prima. Invece la cosa è stata gestita diversamente e Di Maio vuol far credere di aver diritto a un incarico e sta solo creando confusione. Di Maio non ha saputo gestire la situazione all’altezza del consenso ricevuto».

Anche per Fratelli d’Italia non si può tornare al voto senza aver almeno provato a dare un incarico “logico” in base alle elezioni: «Questo stallo danneggia il Paese», sottolinea il deputato Luca De Carlo. «Il centrodestra è pronto, siamo tutti compatti e vorremmo un incarico. Spero che il presidente Mattarella accolga questa richiesta, anche perché è ciò che è uscito dalle urne. È quello che serve all’Italia per evitare l’aumento dell’iva e fare molte altre cose indispensabili. L’incarico al centrodestra è doveroso, altrimenti sarà l’ennesimo golpe come quello del 2011». Infine, tornare al voto a luglio, secondo De Carlo: «Sarebbe una sciocchezza immensa, la gente è presa da altre cose e rischiamo di ritrovarci peggio di prima».

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