Torre Ascon messa sotto sequestro
Cesiomaggiore. La produzione è bloccata, Toigo della Cisl preoccupato per il colpo all’occupazione. Agenti della forestale si presentano al sito e sigillano il contestato impianto
CESIOMAGGIORE. Gli agenti del Corpo Forestale si sono presentati ieri mattina al sito Ascon di Busche e hanno messo sotto sequestro il nuovo impianto per la lavorazione di asfalti bituminossi impacchettandolo con decine e decine di metri di nastro bianco e rosso.
E' l'ennesimo colpo di scena riservato dal sito produttivo entrato a regime malgrado l'ostracismo del comitato dei residenti di riva San Gabriele e la posizione del comune di Cesiomaggiore che ha chiesto all'Arpav verifiche puntuali sulle emissioni.
Lo stop all'impianto è stato disposto la Procura di Belluno, che evidentemente ha ritenuto ci fossero gravi motivi per bloccarne l'operatività. La messa sotto sequestro è stata affidata agli agenti della forestale, che si sono presentati (nella foto stanno redigendo il verbale) nel sito lungo la statale e hanno delimitato l'area sottoposta a sequestro - gli impianti della vicina Calcestruzzi Dolomiti non c'entrano nulla con l'operazione - bloccando di fatto il funzionamento del sito mentre ancora durante le operazioni proseguiva l'andirivieni di camion che trasportavano materiale in entrata e uscita.
Sul sito Ascon per la produzione di asfalti bituminosi c'è sempre stata l'attenzione dei residenti di riva San Gabriele che avevano presentato a suo tempo un esposto alla Procura di Belluno, poi era toccato al comune di Cesiomaggiore richiedere particolari prescrizioni sul tema dei rumori e della riqualificazione ambientale - era l'inizio del 2011 - ma la realizzazione dell'impianto era proseguita a ritmo battente compresa la costruzione della contestata torre e la produzione era partita a pieno ritmo.
Lo stop imposto dalla magistratura impone una lettura diversa e soprattutto dà nuovo entusiasmo ai residenti di riva San Gabriele. Il comune per adesso sta alla finestra: «Non siamo stati informati», dice il sindaco Gianni De Bastiani, «e per questo è difficile commentare il sequestro del sito. Evidentemente chi indaga ha ritenuto ci fossero dei motivi gravi e non formali per una simile iniziativa».
Chi è preoccupato per lo stop all'impianto è Edy Toigo, segretario provinciale e regionale della Filca Cisl, che si occupa proprio del settore dell'edilizia: «Ho il massimo rispetto della magistratura ma sequestrare l'impianto significa dare un pugno ad un settore che già sta in piedi con difficoltà. Oltre ai dipendenti Ascon c'è da considerare l'indotto che l'impianto mette in movimento. Il mio timore è che arrivi qualcuno da fuori e assesti un colpo decisivo. So che l'azienda cercherà di riavviare temporaneamente il vecchio impianto per fare fronte alle commesse ma non so come possa andare a finire».
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