Torre del Campanon, scontro sui lavori
FELTRE. La torre della discordia. Si accende la polemica sui lavori in programma sulla torre del Campanon del castello di Alboino, che insieme a quella dell’orologio è al centro di un progetto di ristrutturazione da 360 mila euro (contributo Interreg) per permettere l’accessibilità turistica.
Secondo il consigliere di opposizione Primo Meneguz «l’amministrazione fa confusione - voluta? - tra opere strutturali di restauro conservativo già eseguite a cura della Soprintendenza ed altre opere, assai meno onerose, di manutenzione e per l’uso degli spazi. Questi soldi potevano e dovevano essere usati per ben altre priorità».
Nel botta e risposta, il sindaco Perenzin aveva detto che «forse se nessuno ci può entrare è perché la torre non è così ben messa come sostiene Meneguz». E il consigliere di centrodestra ha interpellato l’architetto Cleonice Vecchione, ex Soprintendente, progettista e direttrice dei lavori negli anni Novanta, che gli ha risposto: «Riguardo al prospettato restauro di solai e scale del progetto preliminare dell’amministrazione, non dovrebbe essere necessario in quanto, durante i lavori degli anni Novanta, si è già provveduto a ripristinare tali strutture nelle condizioni originarie».
L’architetto Vecchione aggiunge poi che «se si intendesse procedere all’adeguamento alle normative per un’apertura al pubblico, si dovranno valutare attentamente le conseguenze sul piano di una corretta conservazione delle strutture antiche. Solo per fare un esempio, nel caso dell’unica scala presente, non potrebbero essere mantenuti i gradini in legno di pioppo massicci, inchiodati con lunghi chiodi forgiati a mano, che costituiscono una assoluta particolarità costruttiva. I gradini, segnati dal passaggio secolare di piedi, presentano un avvallamento centrale e tale caratteristica, che pure costituisce una interessante testimonianza ricca di storia, contrasterebbe con la normativa di sicurezza. Analoghe considerazioni si possono fare per il parapetto e la struttura portante delle rampe. Il rischio è avere una torre non più autentica nelle sue strutture, con materiali e tecniche costruttive completamente rinnovati».
Perplessità suscita anche la proposta di ricollegare il piano terra della torre del Campanon con la parte superiore: «Tale collegamento non è più esistente almeno dal secolo XVIII, poiché l’ambiente del piano terra è diventato un annesso di servizio al castello, per essere utilizzato come deposito di munizioni», scrive ancora l’ex Soprintendente. «Né vi sono indicazioni sulla localizzazione e sulla tipologia della scala, esistente in epoca precedente, per cui la nuova scala dovrebbe essere completamente inventata».
Primo Meneguz non ha dubbi: «Questi sono i fatti ed evidentemente non sono solo io a sostenerlo, ma anche chi i lavori li aveva progettati e diretti».
Raffaele Scottini
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