Toscani: «Pagate tutti i danni»

Il Comune di Valle di Cadore farà causa. La chiazza di gasolio sul lago si sposta a sud. Eliminato l’asfalto inquinato dal carburante. Servirà un mese per ripulire lo specchio d’acqua
VALLE DI CADORE
. «Questa volta chiederò il risarcimento dei danni». Il sindaco di Valle di Cadore, Matteo Toscani, ha già dato mandato agli avvocati del Comune di Valle di procedere ad una azione legale per risarcimento danni, «non solo per quelli ambientali ma anche per quelli d’immagine», dopo l’incidente di martedì mattina, con il rovesciamento di un’autocisterna. Un incidente - che ha provocato lo sversamento di migliaia di litri di carburante nel rio Vallesina e nel lago di Valle - simile a quello già verificatosi una decina di anni fa, sulla curva della Chiusa di Venas, e per il quale il Comune sta ancora attendendo l’esito della vertenza.


Intanto già ieri mattina la strada era stata riaperta a senso unico alternato. L’Anas ha eliminato l’asfalto imbevuto di gasolio per tutto il tratto interessato, lungo più di 50 metri. Il materiale inquinato è stato sistemato su una piazzola e la ditta “De Luca - recupero oli esausti” lo sta portando via per il trattamento. E’ iniziato anche il recupero del gasolio sceso nel lago: sul posto anche l’Arpav e i vigili del fuoco di Belluno e Pieve con i natanti e i salsicciotti per arginare la chiazza sull’acqua.


Già a poche ore dall’incidente erano stati sistemati attorno alla grande macchia i grossi salsicciotti gonfiabili che hanno delimitato l’area interessata, formando un lago di gasolio e benzina. Ieri mattina, secondo la testimonianza dei tecnici, la grande chiazza di gasolio si era spostata tutta sull’altro versante del lago, andando ad interessare la sponda sud, di Tarlega.


La scelta della De Luca, dell’Arpav e delle altre aziende è ora tra due metodi per il recupero del carburante. Uno, quello che sembra verrà privilegiato, prevede l’impiego di una pompa per recuperare il gasolio e separarlo dall’acqua, che tornerà nel lago. Il carburante recuperato verrebbe poi portato a riva. Unico problema: la capienza dei serbatoi per il gasolio in dotazione, che sarebbero troppo piccoli.


Il secondo metodo sarebbe quello della riduzione progressiva delle dimensioni della chiazza, facendo salire il livello del gasolio tra i salsicciotti, per recuperarlo con una pompa normale. In un caso o nell’altro, il periodo necessario per il solo recupero del gasolio e la pulizia delle sponde del Rio Vallesina sarebbe superiore ad un mese di lavoro pieno. Questo anche perché è necessario eliminare il materiale terroso delle rive che è stato imbevuto di gasolio. Se poi passasse l’idea di utilizzare i microrganismi per “dissolvere” il carburante, come alla Chiusa, allora per tornare alla normalità ci vorrebbero anni. «Ora qualcuno deve pagare per tutto questo», tuona perciò Toscani. «Per noi si tratta di affrontare disagi enormi, visto che le bonifiche durano anni ed i cantieri lungo le strade e le zone attigue sembrano eterni».


«Mi chiedo dove siano gli ambientalisti in queste occasioni», dice Toscani. «Sono sempre contrari ad interventi che possono migliorare le nostre strade, ma quando si tratta di fare fronte comune per affrontare questi problemi si tirano sempre indietro». Toscani invece ringrazia il presidente della Provincia, Gianpaolo Bottacin, «per la disponibilità dimostrata in questa circostanza, mettendoci a disposizione i tecnici della Provincia. Non solo ci sentiamo più tranquilli, ma potremo anche risparmiare grosse somme che avremmo altrimenti speso in consulenze esterne».


Non è però solo il sindaco a chiedere i danni: già nel pomeriggio di martedì alcuni cittadini impegnati nel volontariato hanno aperto un gruppo di Facebook, dal titolo «Gasolio nel Boite (2ª volta!). Tutto il Cadore chieda i danni», che sta raccogliendo le adesioni per una protesta popolare.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi