Toscani: «Vince chi appare, non chi fa»

Critico il candidato della lista Tosi, escluso dal consiglio: «Nonostante tutto i bellunesi lo hanno votato. Bene la mia lista»
PResentazione delle due liste di supporto alla candidatira di Flavio Tosi. Matteo Toscani
PResentazione delle due liste di supporto alla candidatira di Flavio Tosi. Matteo Toscani

BELLUNO. Millequattrocentosedici preferenze. Matteo Toscani ha tenuto (ne aveva ottenute 4.198 nelle elezioni 2010), malgrado il cambio di partito. Quest’anno si è presentato con la lista Tosi, ottenendo uno dei migliori risultati in provincia tra i candidati.

«Il mio risultato è positivo, considerando anche il cambio di bandiera. «E non dimentichiamo che c’erano molti più candidati rispetto al passato», commenta il candidato che nel corso della giornata di ieri era stato dato come il secondo bellunese a entrare in consiglio regionale, “rumor” poi smentito.

«Queste preferenze, ottenute soprattutto nella parte alta della provincia, sono il riconoscimento del lavoro da me svolto in questi anni per la nostra montagna», precisa Toscani, che non risparmia una critica alla nuova legge elettorale: «È assurda perché va a premiare liste e candidati che hanno preso pochi voti, lasciando casa quelli che ne hanno ricevuti molti di più. Un caso su tutti quello di Sergio Reolon, che non avrà un posto a Venezia», sottolinea con un po’ di amarezza.

Qual è il risultato di queste elezioni che più l’ha colpito?

«Quello di Zaia: i bellunesi nonostante tutto lo hanno premiato».

Nonostante tutto cosa significa?

«Zaia è stato il presidente della Regione che meno si è interessato del Bellunese. Se qualcosa di buono è arrivato in questo territorio, non lo si deve certo al governatore che, oltre a dimenticarsi di nominare l’assessore bellunese, non si è mai fatto vedere dalle nostre parti. Trovo incredibile questo suo successo in montagna. Mi sembra che sia stato premiato chi appare, piuttosto di chi fa realmente qualcosa. E lui appare come uno che ha lavorato 24 ore su 24, pancia a terra: tutte parole che fanno presa sulla gente. Ma i tagli alla sanità bellunese li abbiamo mitigati noi consiglieri bellunesi, la legge 25 e lo statuto sono dipesi da noi. Adesso, comunque sia, Zaia deve darci l’assessore promesso. Non può più scherzare, visto che ha messo tutto nero su bianco. Anche cinque anni fa, però, aveva sottoscritto questo impegno senza mantenerlo...».

Sembra che sia stupito dal voto dei bellunesi?

«Rispetto i bellunesi e come si sono espressi, solo che questo risultato mi stupisce. E non poco».

Come reputa il risultato di Tosi in provincia?

«Pensavo che potesse ottenere di più, anche se siamo partiti un po’ in ritardo con la campagna elettorale. A livello provinciale sono contento, considerando che è il secondo miglior risultato in tutto il Veneto, dopo Verona. Tanto che per poco non è scattato un seggio a Venezia».

Due i dati che saltano agli occhi: la scarsa affluenza ai seggi dei bellunesi e il risultato negativo del Partito Democratico e della Moretti. Come li legge?

«La scarsa affluenza indica che la popolazione è stanca di questa politica e questo segnale deve essere tenuto in considerazione da chi governa. Per quanto riguarda il risultato del Partito Democratico, pur non spettando a me criticare le scelte degli altri, la cosa che posso dire è che Alessandra Moretti fin da subito ha dimostrato di non essere in sintonia con l’elettorato veneto, anche solo nel modo di parlare. E questo l’ha pagato».

Paola Dall’Anese

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