Tra Comune e Terme è ormai rottura
COMELICO SUPERIORE. Siamo ormai alla rottura fra le Cooperative che gestiscono le Terme di Valgrande e il Comune di Comelico Superiore.
Dopo gli affanni registrati all'inizio della stagione estiva, con l'apertura posticipata dal 9 giugno al 1 luglio, come il “Corriere delle Alpi” aveva anticipato e documentato, tutti i nodi della gestione stanno venendo piano piano al pettine.
Molte le notizie di queste ultime ore, ma andiamo con ordine. Anzitutto il consiglio di amministrazione delle Terme è scaduto ed è stato nominato un amministratore unico, Giovanni Cavallin, in rappresentanza delle Cooperative.
«Le Terme», spiega Cavallin, «hanno proposto un piano di rilancio all’amministrazione comunale, che in un primo momento si è detta ed è apparsa disponibile; poi però ha posto condizioni per noi inaccettabili. Così il Comune ci ha inviato lo sfratto ed ha avviato la pratica di risoluzione per colpa, chiedendo la riconsegna dello stabilimento. Ma noi faremo naturalmente opposizione sulla base di ripetuti mancati adempimenti da parte dello stesso Comune».
Cavallin era il presidente della società, la Valgrande srl, che detiene la quasi totalità delle azioni della società “Terme delle Dolomiti Valgrande srl', che gestisce l'impianto. Qualche mese fa Cavallin aveva lasciato l'incarico a Bruno Pozzobon, quale rappresentante del gruppo delle Cooperative socie.
Oggi Cavallin è stato chiamato a guidare la società “Terme delle Dolomiti Valgrande srl” e ci tiene a precisare subito che «non è a rischio la stagione, che continuerà come previsto, ma sicuramente è a rischio la continuità delle Terme nel futuro».
Come uscirne allora?
« Noi siamo disponibili a ripartire solo su un concreto progetto sostenibile».
Su quali basi?
«Raggiungere a brevissimo termine l’equilibrio economico della gestione ed avviare gradualmente un piano di sviluppo territoriale sul sanitario e sul benessere».
Ma la nota dolente è anzitutto quella economica ( vedi box ), esatto?
«Le Terme oggi si pagano solo nel mese di agosto e nei dieci giorni delle feste natalizie. Per tutto il restante periodo sono in continua perdita».
Il che vuol dire che richiedono alle Cooperative, conferma Cavallin (come avevamo anticipato nell'articolo del 10 giugno scorso), «continue immissioni di denaro: dai 250 ai 300 mila euro all’anno».
Il piano di recupero dell'equilibrio passa, secondo le Cooperative, attraverso il risparmio sui costi di gestione del calore e dell'energia elettrica delle Terme e sui costi dell’affitto; l’utilizzo del personale anche in altre attività collaterali; lo sviluppo degli utilizzi dell’acqua e della parte sanitaria; una moratoria finanziaria con tutti i fornitori per i debiti delle precedenti gestioni; una compensazione dei crediti e debiti verso il Comune, con un rientro del saldo in tempi finanziariamente sostenibili.
Ma serve anche un rapido avvio dell’agognato progetto alberghiero (vedi box). E, a questo proposito, si richiama il bando di appalto che prevedeva che, nell’arco di due anni, sarebbe stato costruito un albergo sul terreno di proprietà del Comune antistante allo stabilimento, che avrebbe dovuto incrementare le presenze alle Terme.
«Ma, per ottenere tutto questo», spiega Cavallin, « è necessario che l’Amministrazione riconosca che le Terme sono ancora in una fase di avvio e che in queste condizioni il costo di affitto, che oggi la convenzione richiede, è insostenibile e concorre in parte importante alle perdite di bilancio».
E la conclusione?
«Il gruppo di Cooperative socie di maggioranza delle Terme», dice senza mezzi termini Cavallin, «non per scelta ma per dare una mano al territorio, non è più disponibile a continuare nella gestione delle Terme ed è pronto a passare la mano».
E sottolinea che le Cooperative stesse sono entrate nella compagine sociale della società Terme Valgrande srl «inizialmente per rispondere ad una richiesta di aiuto fatta da soggetti del territorio e ci sono rimaste solo per sviluppare un progetto di intervento sociale e di sviluppo territoriale. E’ stato un impegno elevato», conclude, « sia sotto il profilo organizzativo e sia sotto quello finanziario; un impegno che non riteniamo di poter continuare a sostenere da soli, e per di più anche senza la collaborazione dell’amministrazione comunale».
Stefano Vietina
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