Tra Imu e Irpef aumenti fino a 471 euro
BELLUNO
L’aumento dell’addizionale regionale Irpef e la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa (ovvero l’Imu che sostituirà l’Ici) determinerà, in media, una maggiore spesa annua di 550 euro per ogni veneto. A Belluno si parla di 401 euro in media con punte massimo di 471 euro. Lo dice la Uil Veneto in base alla simulazione
Il campione.
L’indagine si focalizza su lavoratori dipendenti e pensionati con un’abitazione di proprietà accatastata in A/2 (categoria civile) e A/3 (categoria economica), in zona semiperiferica e con cinque vani. Sulla base dei dati del ministero delle Finanze e dell’Agenzia del Territorio, la Uil ha calcolato il caro-tasse in base ai contenuti della manovra “salva-Italia” varata dal governo Monti.
I risultati.
Emerge, così, che a Verona, tra addizionale regionale Irpef (pari a 324 euro) e Imu sulla prima casa in categoria civile (pari a 433 euro) si arriva a pagare 757 euro in più all’anno. Con una casa in categoria economica, invece, il carico fiscale aggiuntivo stimato si riduce a 531 euro in più l’anno. In media, quindi, un cittadino veronese, grazie alla manovra Monti pagherà sicuramente 644 euro in più.
Analogo il caso di Padova, dove tra addizionale Irpef e Imu sulla prima casa, si pagheranno da 740 a 549 euro in più (a seconda, rispettivamente, che la categoria catastale dell’abitazione sia civile o economica), cioè in media 644 euro.
Sopra i 400 euro di aumento medio anche Venezia (471 euro, con punte massime di 548 euro e minime di 395 euro), Treviso (436 euro l’aumento medio, 497-375 euro la forbice), Vicenza (414 euro, 488-340 euro) e Belluno (401 euro il rincaro medio, con punte massime di 471 euro e minime di 332 euro).
L’analisi.
«Ci sono zone del Veneto – spiega il segretario generale della Uil Veneto, Gerardo Colamarco – fortemente penalizzate, e si tratta proprio delle province che fanno da traino all’economia della nostra regione». La reintroduzione dell’Ici, chiamata ora Imu, legata a una rivalutazione delle rendite catastali, secondo Colamarco «comporterà un aggravio pesantissimo di spesa per l’80% delle famiglie venete, che sono proprietarie di una casa. Sono misure che deprimono la crescita».
Per il momento, aggiunge, «a fare sacrifici sono sempre coloro che pagano tasse e imposte fino all’ultimo euro: i lavoratori dipendenti e pensionati». L’Istat stesso, dice ancora la Uil, sottolinea che l’Imu può aumentare ulteriormente il rischio povertà. «Per questo – conclude Colamarco – sollecitiamo il governo ad aprire il “secondo tempo” della partita con al centro una riforma del fisco che riduca le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati».
Matteo Marian
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