Tra zecche e virus West Nile vita dura per i donatori di sangue
belluno
Vita sempre più dura per i donatori di sangue. Tra West Nile, Tbe e Borreliosi, il 2018 è stato un anno da dimenticare per chi, spinto dal desiderio di dare una mano a chi ha più bisogno, si trova costretto a fare i conti con problemi non indifferenti. Per fortuna a fare da filtro c’è l’Associazione bellunese donatori di sangue, che coordina, ma anche verifica, le condizioni di salute dei propri iscritti, selezionando con cura chi inviare alla donazione.
«Ci è toccato in lavoro tutt’altro che indifferente quest’anno», dichiara la presidente dell’Abvs, Gina Bortot. «Prima di inviarli al Centro trasfusionale di Belluno, Agordo o Pieve di Cadore, infatti, quest’anno abbiamo sottoposto i donatori a un questionario più ricco del solito: abbiamo chiesto loro se hanno avuto le febbre o il raffreddore e se la risposta è positiva, dobbiamo sospenderli dalla donazione per 28 giorni. Una prassi che ci costringe a cercare nel lungo elenco dei nostri iscritti la persona in piena salute e disposta ad andare a donare il sangue».
Quest’anno, poi, si è acuito il problema della West Nile, ma anche quello del morso di zecca: «Tra chi è stato vittima delle zanzare e chi invece è stato morso da zecca o si è vaccinato, alla fine trovare qualcuno disponibile per il centro trasfusionale è stata dura. Anche perché nei casi che coinvolgono le zecche, la sospensione è di tre mesi. Consideriamo che i nostri donatori ogni anno sono 6.200 e che mediamente all’anno i sospesi per vari motivi sono circa 800, comprese le donne in gravidanza, potete capire le difficoltà con le quali siamo costretti a convivere».
Duro il lavoro anche per il direttore del Centro trasfusionale provinciale, Stefano Capelli. «Abbiamo dovuto analizzare con cura le sacche di sangue dei nostri donatori e, ad oggi, sono risultate tutte negative ai vari test contro il virus della West Nile e altre patologie, che facciamo comunque di routine». Dopo la diffusione di casi della malattia trasmessa dalla zanzara Culex, quella più diffusa, «la Regione Veneto da giugno ha attivato un percorso di indagine su ogni sacca ematica confezionata. L’indagine è partita a giugno e continuerà fino alla fine di ottobre. Ma non è escluso che possa proseguire anche per tutto il mese di novembre. Il problema vero è evitare la diffusione del virus tramite il sangue».
Resta infatti alto l’allarme per il virus della West Nile. «L’unico sistema per evitare il suo diffondersi è evitare il prolificare delle zanzare», sottolinea Capelli. «Quindi si deve eliminare l’acqua stagnante dalle nostre case. Consiglio di fare attenzione ai sottovasi delle piante, ai depositi di acqua in cisterne e altro. Se serve, meglio utilizzare i larvicidi. E per ogni dubbio si chiami il Dipartimento di prevenzione dell’Usl 1». —
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