Tracce dell’orso vicino a Villa Patt? In corso verifiche

Si indaga per capire se è lo stesso della Val Zoldana. Sono sotto monitoraggio anche i lupi avvistati sul Grappa

BELLUNO. L’orso si sarebbe affacciato a Villa Patt di Sedico, quindi lascia il bosco e si avvicina ai centri abitati. Usiamo il condizionale perché sono in corso indagini - le ha avviate la Polizia provinciale - con primi risultati di verifica delle tracce che escluderebbero questa presenza, ma con approfondimenti che invece la farebbero supporre.

Il giallo dell’orso a Sedico sopravvive, in verità, da qualche settimana e secondo autorevoli indiscrezioni non sarebbe stato reso pubblico per non allarmare la popolazione. «Non ne so assolutamente niente e, quindi, non posso né confermare né smentire», si limita a dire Pietro Ossi, che nella sua veste di segretario della Provincia da venerdì scorso è anche capo della Polizia.

Cesare Sacchet è l’uomo degli orsi, a Palazzo Piloni. Ed è appunto lui a suggerire che i primi riscontri sulle tracce escluderebbero una presenza così importante, ma che gli accertamenti sono ancora in corso. Sacchet, peraltro, conferma che un orso, risvegliatosi probabilmente dal letargo, ha lasciato segni evidenti del suo passaggio in Val Zoldana. È lo stesso di Villa Patt? «Difficile dimostrarlo», risponde Giuseppe Tormen, uno dei più autorevoli faunisti, «come è difficile immaginare che un orso si avvicini a luoghi così antropizzati».

È pur vero, come molti ricordano, che Madi, il plantigrado del Cansiglio, si è spinto fino ai vigneti alle spalle di Conegliano. Altrettanto autorevole, in ogni caso, l’agente dell’ex Forestale che ha confermato le tracce “inequivocabili” del carnivoro, ma per prudenza riparate dal riserbo.

Se n’è parlato approfonditamente nei convegni della recente mostra a Mel, dove si è fatto il punto anche sul possibile assalto dei lupi. Per il momento, questi animali sono stati avvistati sul Grappa, provenienti dalla Lissinia. Sonia Calderola, funzionaria della Regione Veneto, ha anticipato che sono sotto osservazione, anche rispetto al loro ingresso nel Bellunese, e specificatamente in Val Belluna. E che la stessa Regione risarcirà per eventuali danni.

Fabio Dartora, bellunese, è un esperto nel riconoscimento dei segni di presenza della fauna selvatica e del fototrappolaggio, con particolare riguardo al lupo. «Il Bellunese viene sfruttato dai grandi carnivori», spiega, « per spostarsi dal Trentino alla Slovenia che sono le aree più vicine a noi con popolazioni stabili». È spesso problematico il riconoscimento delle tracce, conferma sulla base dell’esperienza.

«Gli orsi spesso cercano di nutrirsi di larve di insetto, sventrano vecchi tronchi marcescenti lasciando una traccia inconfondibile, a volte si cibano di ungulati come cervi o caprioli che cacciano o trovano morti nei boschi. Le tracce dell’orso nella neve primaverile sono facilmente riconoscibili per le dimensioni e la tipica andatura del passo».

L’orma del lupo, invece, non è distinguibile da quella di un cane delle stesse dimensioni. Ma «il tipo di andatura ci permette di sapere se l’animale sta camminando o se va al trotto o al galoppo». Il periodo migliore per seguire le tracce dei lupi è l’inverno. Ma attenzione, perché molto spesso nella neve i lupi si muovono in fila indiana mettendo l’uno le zampe nell’orma di quello che sta davanti e facendo così sembrare che ci sia un solo individuo ma poi seguendo la pista può capitare che si allarghino e a quel punto le piste diventano due o anche di più.

«Saper seguire la giusta pista è essenziale anche ai fini della raccolta di materiale biologico come ad esempio escrementi o urina, per le analisi genetiche che sono il mezzo più determinante ai fini della certezza del soggetto seguito». conclude.

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