Tracciano la Transcavallo e si imbattono nell’orso

Tambre d’Alpago. Incontro a pochi metri per Diego Svalduz e Nello Demin Potrebbe trattarsi del “piccolo” Madi, il plantigrado buono: «Sarà stato 1,70 cm»
Di Francesco Dal Mas

TAMBRE D’ALPAGO. Ultime passeggiate, al sole della Val Palantina, prima del letargo. Ma chi è l’orso che si spinge tra strade e sentieri, e quando incontra le persone è lui a scappare? Gen 15 o Gen ‘8? Madi o un terzo animale, magari quello avvistato nei giorni scorsi intorno a Barcis?

Certo è che domenica 5 ottobre – ma la notizia si è diffusa in queste ore – il plantigrado si è avvicinato ad un gruppo di bambini che stava passeggiando verso le radure della Palantina, insieme ai genitori, li ha bellamente ignorati come se l’è data a gambe quando ha visto Diego Svalduz e Nello Demin, le persone più pacifiche della Conca. Diego, per la verità, aveva in mano una motosega, di quelle portatili, ma l’avrebbe utilizzata solo per tagliare le unghie all’animale, qualora si fosse avvicinato oltre i 15 metri, dove è stato rintracciato. Sentire dei rumori, in mezzo al bosco, girarsi per vedere che cosa sta succedendo e scoprire che a 10 metri, forse qualcuno in più, 15 al massimo, c’è il gigante della foresta che, forse impaurito – sì, proprio lui – esce dal grande cespuglio e scappa. Nello è fuggito in direzione opposta all’animale, Diego si è invece arrampicato su un albero per osservare dove andava l’animale. Non sapendo, o meglio venendo a conoscere nei giorni successivi, che l’orso è così agile da scalare anche un faggio, purché tenga alla massa.

Per fortuna che, in questo caso, il plantigrado, probabilmente svegliato all’inizio del letargo, è “Madi”, l’orso giovane e buono che da Cansiglio e Alpago è sceso fino ai vigneti coneglianesi del prosecco, facendo intendere che non è malvagio. A quel tempo, parliamo della scorsa primavera, Madi aveva il collare, oggi non più.

I due organizzatori della “Transcavallo” stavano tracciando il percorso della gara invernale, dalle parti di cima Vacche, quando, si sono imbattuti nella (s)gradita sorpresa. «Erano le 11.30, poco dopo» raccontano. «Ci trovavamo a 1500 metri d’altezza, in un bosco di faggi incuneato tra la pista forestale che porta in Val Palantina ed il sentiero in quota che conduce al Semenza». Poco distante i due atleti sentivano il vociare dei bambini e dei loro genitori, in passeggiata verso Val Palantina, resa famosa dagli ambientalisti contrari agli impianti da sci. Svalduz aveva in mano una motosega per tagliare le piante ingombranti (debitamente autorizzato da Veneto Agricoltura) e la sua reazione immediata è stata quella di brandirla qualora l’orso si fosse avvicinato. L’amico, invece, ha ritenuto più sicuro darsela a gambe. L’animale, quando si è alzato, evidenziava un’altezza di 1,70 cm». Due giorni dopo, verso sera, Diego ha accompagnato sul posto forestali esperti di plantigradi, e la ricognizione ha permesso d’individuare tracce importanti della sua sosta.

Ieri pomeriggio i tecnici esperti della provincia sono ritornati sul posto per cercare ulteriori tracce. Perché sembra che nel frattempo un plantigrado si stato avvistato anche da alcuni cacciatori. «Nessuna paura, adesso, con questi freddi, l’animale va in letargo e fino alla prossima primavera non si risveglia per cui» avvertono gli allevatori Paolo Casagrande e Franco Pianon, e con loro si trova d’accordo anche l’ambientalista Toio De Savorgnani «possiamo di nuovo passeggiare a Cima Vacche e in Cansiglio tranquilli».

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