Tragedia in mare a Caorle sabato i funerali di Nando

Le esequie del 44enne Ferdinando Imperati alle 10.30 nella chiesa di Polpet La Procura di Pordenone ha dato il nulla osta, niente indagine sull’annegamento
VATRELLA - DINO TOMMASELLA - SANTA MARGHERITA CAORLE - SPIAGGIA LIBERA VIA LEPANTO DI FRONTE AL CIVICO 21
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CAORLE. Nando, come lo chiamavano tutti, può tornare a casa. La Procura della Repubblica di Pordenone ha infatti rilasciato il nulla osta per l’affidamento ai familiari della salma di Ferdinando Imperati, il 44enne pizzaiolo annegato martedì nelle acque di Porto Santa Margherita a Caorle, sul litorale di fronte a Viale Lepanto.

Domani, alle 18, nella chiesa parrocchiale di Polpet (dove Imperati risiedeva con la moglie Giulia e la figlia Giuliana) arriverà dalla cella mortuaria del cimitero di via Traghete la salma per la veglia. Nella stessa chiesa verranno officiate il giorno dopo le esequie dell’uomo, con inizio del rito funebre alle 10.30 di sabato.

Mare in burrasca, annega un pizzaiolo
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Il dramma sotto gli occhi della figlia 15enne di Imperati, che si trovava a Carole con due amiche, anche loro bellunesi. La tragedia si è consumata intorno a mezzogiorno, per una serie di tragiche circostanze, anche se resta da chiarire il perchè Imperati e le tre adolescenti si trovassero in mare nonostante sul pennone di segnalazione dell’arenile fosse issata la bandiera rossa, che sconsiglia i bagnanti a entrare in acqua. I bagnini di Psm Consorzi hanno fatto l’impossibile per salvare i quattro. La figlia del pizzaiolo aveva già guadagnato la riva, le altre due adolescenti, invece, sono state salvate dai bagnini. Uno di loro si è pure sentito male. «È stata una cosa sconvolgente», hanno riferito dall’albergo Oliver, poco distante. «Le due ragazze erano in grande difficoltà, per fortuna che sono arrivati i bagnini».

Il gesto eroico degli addetti al salvataggio è stato sufficiente per le due adolescenti, purtroppo non per Imperati. «C’era bandiera rossa», ha osservato uno dei gestori dei chioschi di viale Lepanto, Stefano Zia, «i bagnini hanno fatto uno sforzo notevole. Infatti, nel pomeriggio, stavano ancora bevendo camomilla per riprendersi dallo sforzo e dal freddo. È stata una scena terribile».

Le due adolescenti hanno vagato per alcuni interminabili minuti, lì attorno. Anche Giuliana, la figlia di Ferdinando Imperati, che ha da poco concluso la prima superiore di un istituto bellunese. Sembrava fossero sparite, invece le hanno subito rintracciate. Sono state a lungo in stato di shock. Chi ha visto Giulia Casanova, la mogie pontalpina di Imperati, l’ha descritta come una donna distrutta dal dolore, annientata dalla tragedia che le ha portato via per sempre il marito.

Sconcerto e incredulità, invece, i sentimenti che in queste ore sta provando la comunità di Polpet, dove Nando Imperati, un uomo che viveva per la famiglia, si era trasferito ormai una ventina di anni fa riuscendo in poco tempo a integrarsi e farsi ben volere.

Ferdinando Imperati, originario di Agerola (Napoli) e che il prossimo 8 luglio avrebbe compiuto 45 anni, era molto conosciuto anche a Farra d’Alpago, dove aveva lavorato alla Baita sul lago di Santa Croce e a Limana, dove era stato impiegato in una locale pizzeria. Da poco tempo era stato assunto allo Chalet al Lago, a San Vito.

Dopo i funerali la salma di Ferdinando Imperati sarà cremata.

Rosario Padovano

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