Tragedia sul Monte Pelmo: frana uccide due soccorritori

Le vittime sono Alberto Bonafede e Aldo Giustina di San Vito: stavano raggiungendo due alpinisti feriti
BORCA DI CADORE
. Erano partiti l'altra sera per prestare soccorso a due alpinisti tedeschi, feriti da una scarica di sassi ed incrodati in una cengia, sulla via Simon-Rossi, nella parete nord del Pelmo. Ma, all'alba di ieri, proprio quando stavano per recuperare gli alpinisti incrodati, a 2900 metri di quota, un'enorme scarica di sassi li ha travolti, spezzando le corde e facendoli precipitare per 700 metri. Un volo mortale che non ha dato scampo ad Alberto Bonafede, 43 anni, ed Aldo Giustina, 42, tecnici del soccorso alpino di San Vito. Un nuovo tremendo lutto, un'altra giornata maledetta per il soccorso alpino bellunese, a due anni dalla tragedia di Falco, l'elicottero del 118 precipitato sul Faloria.


Dopo l'allarme diramato dal 118, Bonafede e Giustina, assieme ai colleghi del Cnsas di San Vito e della Val Pettorina, si erano ritrovati, martedì sera, al rifugio Venezia. L'obiettivo era quello di risalire la via Normale del Pelmo. Quattro ore di cammino, sotto una pioggia incessante. Poi, una volta in cima al Pelmo, la decisione di bivaccare, in attesa dell'alba. Alle 4.45, i soccorritori hanno iniziato ad attrezzare dall'alto, con ancoraggi e corde, la via per recuperare gli alpinisti tedeschi, che erano stati individuati a 140 metri sotto la cima, sulla via Simon-Rossi. I primi due a scendere sono stati proprio Bonafede e Giustina. La tragedia è avvenuta alle 5.17, quando erano ad una ventina di metri dalla cengia dove si trovavano gli alpinisti tedeschi. Un'enorme massa di sassi, calcolata dagli esperti in circa 2500 metri cubi di materiale, si è staccata dalla cima della parete. I sassi hanno spezzato le corde alle quali erano legati Bonafede e Giustina e li hanno trascinati a valle. Il tutto, sotto i volti impietriti dei colleghi. Inizialmente s'era temuto che la tragedia avesse coinvolto anche i due alpinisti tedeschi. Il distacco del materiale aveva, infatti, creato nella zona un'enorme nuvola di polvere che ha impedito, inizialmente, di vedere bene cosa fosse successo. Poi, dopo diversi minuti, quando le condizioni di visibilità sono tornate normali, le squadre del soccorso alpino, che avevano allestito nella notte una base anche al rifugio Città di Fiume, hanno intravisto la luce dei caschetti dei due alpinisti tedeschi sulla cengia. Sani e salvi, nonostante il crollo di materiale, equivalente a quello di un condominio di 10 piani. A quel punto, nonostante la tragedia, i soccorritori non si sono allontanati ed hanno atteso il momento giusto per portare a termine il salvataggio. Alcune ore dopo, verso le 10.30, Franz Sebald Forster, 53 anni, ed Robert Wollmann, 44 anni, feriti leggermente, sono stati recuperati ed affidati al personale medico del Suem. Uno è stato trasportato in elicottero all'ospedale di Agordo mentre l'altro, meno grave, in ambulanza. Intanto, col passare delle ore, le condizioni nella zona sono diventate proibitive. Tra le 5.17 e le 12 si sono contate una decina di scariche di sassi. Per questo, il soccorso alpino è stato costretto a rinunciare al recupero delle salme dei loro colleghi per non rischiare altre vite. Ci riproveranno oggi, tempo permettendo.

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