Tragedia sul Pelmo, recuperati i corpi di Aldo e Alberto

Il monte concede una tregua, il Soccorso alpino trova i due colleghi. I funerali si terranno lunedì 5 settembre alle 15, nella Chiesa Parrocchiale di San Vito di Cadore
SAN VITO.
Il Pelmo restituisce i corpi straziati di Alberto Bonafede e Aldo Giustina, i due tecnici del Soccorso alpino travolti mercoledì all’alba sotto la frana della parete nord. Agli uomini del Cnsas l’altrettanto straziante quanto pericolosissimo recupero dei due amici e colleghi, i cui resti erano a circa 60 metri l’uno dall’altro. Una tregua nelle frane, «solo» 13 ieri, ha permesso di agire.


Lacrime e vanga, colpi di piccozza, e occhi al cielo, che non venisse giù l’altro masso del Trono di Dio (una costola del materiale piombato mercoledì) che è lì lì per franare: i volontari del Cnas hanno aspettato il momento adatto per andare a prendere Aldo e Alberto e riconsegnarli alle famiglie.


Una tregua tra le scariche di sassi provenienti dalla parete nord del Pelmo ha permesso ieri alle squadre di addentrarsi nel ghiaione e di recuperare e ricomporre i due soccorritori della Stazione di San Vito. Come nei giorni scorsi, l’area continuerà a essere interdetta a tempo indeterminato per ragioni di sicurezza, in quanto permane il forte pericolo di nuove frane. Nel punto in cui si è staccata la frana di 2.500 metri cubi di roccia, infatti, un pilastro di grandi dimensioni è tuttora pericolante e si susseguono scariche di sassi e roccia, 39 giovedì, 13 ieri.


Il Soccorso alpino continuerà a vigilare anche oggi la zona con le proprie squadre a turno, affiancato da Guardia di finanza e Carabinieri. Ieri l’elicottero Ab 412 della Gdf (la sezione aerea di Bolzano) e quello dei carabinieri hanno effettuato due sopralluoghi e trasportato in quota le unità cinofile da macerie (2 Cnsas e due Finanza presente anche con il Sacs della compagnia di Cortina e tenenza di Auronzo), personale e attrezzatura.

Gli elicotteri hanno effettuato anche qualche ricognizione per individuare tracce più precise. Le squadre del Cnsas si sono avvicendate ogni quattro ore sul ghiaione maledetto, sul posto anche una dozzina di finanzieri.


Ieri mattina alle pendici del Pelmo si sono recati anche i familiari dei due sanvitesi per stare vicini ai loro congiunti e ai colleghi del soccorso.


Poi nel tardo pomeriggio la notizia del ritrovamento diffusa dal Cnsas. Gli uomini del soccorso alpino hanno dovuto attendere per effettuare il recupero sino a quando la parete nord della montagna si fosse assestata.


«Siamo riusciti a riportare i corpi straziati dei due compagni del soccorso alpino» racconta fra le lacrime il delegato Cnsas Rufus Bristot «e grazie al fatto che ci sono state solo una quindicina di scariche in un lasso di tempo che ha permesso alle stazioni di effettuare questa pietosa ma importante azione di recupero. Se si fosse protratta per giorni questa situazione, ci sarebbe stata possibilità di ulteriori crolli con il rischio di non trovare più nulla: pur nel comprensibile disagio degli operatori presenti, è stata una fortuna che il recupero sia stato possibile, anche per i familiari». Il rischio era che si dovessero dare per dispersi i due sanvitesi, con le trafile burocratiche che queste condizioni comportano, e i ritardi nei funerali.


I resti dei due tecnici sono stati ricomposti nella camera mortuaria a S. Vito: ora altre formalità da parte di medici e della procura, poi si potrà parlare di funerali. Difficile che avvengano domani, forse lunedì o martedì.

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