Tragedia sul Peralba, l’amico trasferito
SAPPADA. È stato trasferito ieri mattina al reparto maxillo-facciale dell’ospedale di Treviso, Gabriele Perissinotto, l’amico di Silvano Bortoletto, il veneziano deceduto sabato davanti alla figlia di 9 anni sul monte Peralba, colpito da un fulmine.
Perissinotto, che nell’incidente ha riportato traumi al volto, è rimasto tutta la notte in osservazione al pronto soccorso di Belluno: poi ieri mattina, viste le sue condizioni stabili, i medici hanno deciso il trasferimento al Ca’ Foncello. Il paziente, attualmente, non ricorda nulla di quanto accaduto, se non che mentre scendevano lungo il sentiero sul Peralba sono stati colti dalla grandine. L’uomo, dopo essere stato colpito dal fulmine insieme all’amico più sfortunato che non ce l’ha fatta, è svenuto. Una volta ripresa conoscenza ha avuto la prontezza di chiamare subito i soccorsi.
Non ricorda nulla neppure la figlia di Bortoletto che ai soccorritori ha raccontato di aver soltanto visto l’amico di papà pieno di sangue e il padre che non rispondeva alle sue parole.
Sabato, il Suem di Pieve di Cadore ha attivato, come d’abitudine in questi casi, lo psicologo di supporto che è rimasto tutta la sera con i familiari dello scomparso per aiutarli ad affrontare la tragedia.
Al momento del recupero della salma, era presente anche il responsabile regionale del Soccorso Alpino, Rodolfo Selenati che quella zona la conosce bene essendo di Sappada. Su quanto accaduto parla di «sfortuna al cubo. Si tratta di un percorso, quello della via normale ovest, di media difficoltà», precisa Selenati, «con alcuni tratti un po' più difficili: sicuramente è un sentiero per persone esperte, come erano questi escursionisti. Avevano già fatto la ferrata ed erano equipaggiati correttamente, quindi non c’è stato alcun problema di inesperienza. Qui è si è trattato purtroppo di una fatalità, quella che può avvenire in montagna e contro cui non si può fare nulla», aggiunge il responsabile veneto che esprime il cordoglio suo e dell’intero Soccorso alpino alla famiglia dello scomparso.
«Era abbastanza semplice quel tragitto, per persone che frequentano la montagna. Sicuramente la via è un po’ lunga: in condizioni normali servono circa due ore mezza per scendere dal Peralba e giungere al rifugio Sorgenti del Piave».
Selenati ricorda una tragedia di venti anni fa: «Fu un episodio simile: una coppia di veneziani era vicina alla partenza della seggiovia quando venne colta dal temporale e cercò riparo sotto una baita. Ma il lampo ha colpito la costruzione e anche i due coniugi , che sono morti».
Il capo regionale del Cnsas pensa poi alla bimba. «Quando siamo arrivati chiedeva dov’era e come stava il suo papà. È uno choc tremendo, ma è stata fortunata: il papà e l’amico hanno fatto da parafulmini, e la figlia essendo più bassa si è salvata».
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